Ieri stavo
barcollando in motorino sulla Tuscolana in direzione Cinecittà e non
potevo fare a meno di pensare agli ultimi tre episodi di Handmaid’s
Tale.
Cercavo di capirci
qualcosa di più, di andare un po’ più a fondo della superficiale
analisi estetica e stilistica, che non può che portarmi a pensare a
quanto sia curata la fotografia, a quanto siano bravi Elisabeth Moss
e gli altri, all’atmosfera di una delle migliori serie degli ultimi
anni.
Cercavo dunque
qualche riferimento alla cultura pop che mi aiutasse a collocare lo
splendido adattamento televisivo del romanzo di Margaret Atwood.
Insomma, ne ho
trovati un paio.
Il primo è quello
degli anime giapponesi anni 70-80, quel filone di cartoni drammatici,
in cui la protagonista è sempre una ragazzina, solitamente orfana, a
cui ne capitano di tutti i colori, vessata dalla sfortuna, dalla
violenza di una classe sociale opprimente, da eventi nefasti che la
rendono forte ma la sfiancano. Candy Candy, Lovely Sara. Pochi
riferimenti umani positivi, una lotta solitaria contro un mondo di
ingiustizia e violenza.
Ho provato a
immaginarmi queste ultime puntate come un anime: Offred-June nella
sua stanza all’ultimo piano da sola, incinta, la violenza del
Comandante Waterford, la cattivissima Serena; e poi, tutte le scene
con il lupo, la solitudine, il parto solitario…
Il secondo
riferimento è Lars Von Trier, e direi Dancer In the Dark. Prendi una
donna, le fai capitare tutto il male possibile, senza via d’uscita,
solo dolore, morte, violenza, tragedia.
Tutto questo nella
prima stagione non mi era venuto in mente.
La prima stagione
era stata sorprendente e innovativa, un treno in faccia, estremamente
realistico nella sua distopia, non lasciava tempo e spazio a pensare
a cosa ci fosse al di fuori di quel mondo lucido e devastante, cupo e
tormentato.
La seconda stagione,
pur sempre nella bellezza estetica, stilistica, recitativa, di
scrittura, svolta verso il melodramma, in maniera alta.
Ma io non faccio
altro che pensare, ad ogni puntata, alla rivoluzione, alla catarsi
tarantiniana di Bastardi senza gloria, a qualcosa che deve prima o
poi succedere, perché le vicende di June-Offred sono troppo oltre
ogni immaginazione, l’ansia è troppo forte, la violenza troppo
efferata pperchè non si scateni una rivolta violenta.
Si scatenerà
nell’ultima puntata di questa stagione? O nella prossima stagione?
Non lo so, ma non so neanche se riuscirò ancora a seguire questa
deriva mélo di una delle migliori serie degli ultimi anni.