23.6.08

a casa


la cosa buona è che in questi europei abbiamo umiliato i francesi.

la cosa cattiva è che non si può giocare a calcio solo con lo spirito di gruppo, l'orgoglio e l'onore (da fascisti).


bisogna anche mettere gli attaccanti, toni, in condizione di segnare. e contro la spagna questo non è accaduto.

bisogna anche dire che toni nelle passate partite si è mangiato una quindicina di gol fatti e che forse, puttana di eva, poteva anche tenersi qualche gol dalla bundesliga da fare in questo europeo.

abbiamo dimostrato che senza pirlo siamo una squadra dimezzata. abbiamo fatto il catenaccio per tutto il primo tempo, e gli spagnoli alla fine hanno meritato di vincere.

io comunque sono con donadoni. non credo che lui abbia delle responsabilità enormi in questa eliminazione. e secondo me meriterebbe di continuare il lavoro.

è certo che da qualche parte bisogna cambiare. siamo una squadra vecchia.

detto tutto ciò, siamo fuori dagli europei, però abbiamo sempre o' sole, o' mare e la pizza e siamo un paese di poeti, santi e navigatori.

ho detto abbastanza luoghi comuni da bar di piazza santa maria in trastevere?


21.6.08

radiohead live@arena civica, milano

partiamo subito da un presupposto.

i radiohead sono di gran lunga il miglior gruppo al mondo, da circa 13 anni.

per quanto mi riguarda la loro importanza a livello musicale e artistico in rapporto alla fine degli anni 90 e fino a oggi, equivale a quella dei beatles per gli anni 60, dei pink floyd per gli anni 70, degli u2 per gli anni 80 (e su questa cosa ci sarà da discutere...come trascurare infatti joy division o smiths...ma ci sarà modo di parlarne), i nirvana per gli anni 90. non mi dilungo sul perchè questi gruppi siano il simbolo degli anni in cui hanno agito, ci sarà modo in un'altra sede.

parliamo dei radiohead.

è il mio terzo concerto dei radiohead. il primo al palatrussardi di milano per il il tour di ok computer, il secondo a bergamo.

considerando che sono i migliori, non è difficile immaginare come sia stato il loro concerto, il primo e unico in italia dopo quello straordinario a bergamo di ormai un paio di anni fa: perfezione di suono, perfezione dei musicisti, emotività, pelle d'oca continua, un concerto incredibile.

parliamo delle particolarità, però: quella più importante è che il volume è basso, il concerto è, come si dice, lo-fi. scopro, a posteriori, che si tratta di una scelta precisa: il tour dei radiohead è ecosostenibile, e si occupa anche di una battaglia contro l'inquinamento acustico. dunque, l'impostazione del concerto è lo-fi. questo significa che la scaletta è stata molto attentamente selezionata, privilegiando i pezzi lenti, le ballate, l'impostazione acustica.

solo i radiohead potevano permettersi di fare un concerto lo-fi in uno stadio: un concerto che poteva essere fatto tranquillamente in un club da 200 persone, trasportato con successo alla dimensione da stadio, senza perdere intimità, comunicatività col pubblico. solo loro

in due ore di concerto pazzesche, con continui colpi emotivi, con i capelli dritti per i brividi, con le lacrime sempre sul precipizio delle palpebre, ci sono stati due momenti ancora più particolari. il primo, a metà concerto: si sente un calo di tensione. un eccesso di lo-fi? un eccesso di volume basso? non lo so, ma lo avverto, forse solo io. immediatamente però, da grandissimi quali sono, sfoderano un dittico, everything at its right place e idioteque, in sequenza (li trovate nel video del concerto sopra), che all'imporovviso scompagina tutto, rimette tutti in discussione, caga in faccia a tutta la musica electro-underground inglese degli ultimi 10 anni. una esecuzione incredibile.

secondo momento di calo, verso la fine del concerto. di nuovo....e poi subito la pazzesca chiusura con paranoid android, che manda tutti al manicomio. uno stadio in lacrime.

mentre suonano il loro concerto a bassissima produzione di co2, sullo sfondo un megaschermo mostra un montaggio di immagini prese in diretta e contemporaneamente dal palco: particolari, un piede del chitarrista, uno sguardo di quel magico puck della musica contemporanea che si agita come un folletto, come un freak, dentro quella pioggia di luce che scende dalle americane del palcoscenico. thom yorke è fatto della stessa materia dei sogni, e con la sua voce dolente, nostalgica, immaginifica, ci guida in un concerto onirico, emozionante, unico, come sono i radiohead.

tornate presto.

16.6.08

independent ideas

90 giorni con lapo.

un leader. un opinionista. ma soprattutto un creativo. uno che crede nelle forze creative dell'italia.

è questo il tema della trasmissione in onda su foxlife ogni mercoledì alle 22.45. una celebrazione di lapo. l'indicazione di un modello umano come modello di sviluppo del paese.

ho incocciato nella trasmissione in una replica l'altra notte e ci sono rimasto secco.

un gruppo di fighetti che organizza feste per altri fighetti, torinesi e milanesi, ma sulla base di che?

"un pvodotto e un pvogetto, una nuova cveatività"

tutto sto bordello, per un paio di occhiali. tutto sto parlare dell'innovazione nel mavchio fatta da lapo, per un fottuto paio di occhiali...

c'è qualcosa che non va.

provate ad ascoltare l'agghiacciante banalità delle affermazioni di lapo. provate a capire a fondo un concetto che sia uno. provate a seguire la sua filosofia.

"pev me l'amicizia è la cosa più impovtante".

il modello di sviluppo italiano è fondato su un gruppetto di gente alla lapo?

"non sono un uomo di moda e non amo la moda...amo lo stile"

non perdetevi independent ideas - 90 giorni con lapo.

un opinion leader. un filosofo del nuovo millennio.

ps. qui sotto la mitica intervista con lucci delle iene al lancio del marchio italian independent. da morire dalle risate.

11.6.08

beehive reunion

dopo i sex pistols e i pixies, è notizia di oggi che anche i mitici beehive si riuniscono.

circa 400mila copie vendute solo in italia con i loro 5 album, i beehive tra l''85 e l''88 sono entrati nell'immaginario collettivo dei giovani e delle giovani italiane così come i tokio hotel o i finley ora.

come dimenticare il ciuffo bicolore di mirko e i fantastici capelli di satomi? e il look scandalosamente, paurosamente, inquietantemente anni 80?

superano europe e duran duran, sfondano le classifiche si ispirano (dichiarazione loro sui giornali di oggi) a "platters, chicago e beach boys", i grandissimi beehive ritornano con tutti i crismi in compagnia di andrea e del simpatico gattone giuliano.

ma licia, dov'è? ti prego, torna anche tu...a chi altrimenti intonare le favolose rime di freeway (freeway, freeway, nel vento io e te...) o di baby, i love you (bebi, ai lov iù...), che ancora ricordo e canticchio a memoria nei momenti di vuoto.

bentornati ragazzi.

10.6.08

lo stato della nazione

in italia il calcio più di ogni altra cosa rappresenta lo stato del paese.

la partita di ieri sera ne è la dimostrazione lampante.

facciamo ridere il mondo, siamo uno schifo. neanche nel dopoguerra eravamo uno paese così allo sfascio.

da campioni del mondo a tre pappine dagli olandesi che un pallone non sanno manco che è, giocano con gli zoccoli di legno...

vedremo cosa combineremo con la romania, ma nulla leverà il bruciore della sconfitta di ieri sera.

domani arriva bush a roma e la città è di nuovo blindata, come per la fao. mangeranno un casino, i cecchini sui tetti e gli elicotteri vigileranno su di noi, faranno una visita al papa e rimangeranno. i due amichetti silvio e george a braccetto a fare shopping in via condotti.

siamo un paese del terzo mondo, abbiamo bisogno dei dittatori per guidarci.

almeno portateci ai quarti...

ho vomitato tantissimo, tutta la notte.

4.6.08

la fame nel mondo




in questi giorni a roma si parla della fame nel mondo, al congresso della fao, una delle organizzazioni più burocratiche e inutili del mondo.


ne parlano una quarantina di signori, che non fanno altro che andare a magna'. è banale e scontato dirlo, lo dicono tutti quelli che vogliono fare i politically correct, ma cazzo, è proprio così.

sarko e mubarak sono ogni due minuti alla casina valdier, silvio invita tutti a magna' a villa madama, tutto un menù. ma di argomenti intorno al tema in questione, la fame, non ho sentito parlare.


ho sentito gli elicotteri che volano come moscerini in cielo da 2 giorni.

ho visto la città blindata come per una guerra.

ho visto giornalisti menati dalle guardie del corpo di mugabe.


ma sulla fame, per ora, non ho sentito una parola.


ho sentito anche l'iraniano che dà l'ok all'italia per il nucleare: grazie per l'approvazione.

ho sentito le ennesime barzellette di silvio.


ma della fame, ancora niente.


c'è una carestia in corso? i prezzi del cibo aumentano a dismisura?

si, e i nostri 40 beniamini sono tutti d'accordo. concordano. per il resto, aria. e cenone.

elicotteri e sirene per tutta roma.

neanche fossimo in un carcere.

neanche fossimo in italia.

3.6.08

gomorra e il divo


la rinascita del cinema italiano, si dice.

non so se sia una rinascita, quello che è certo è che sono due film pazzeschi, fatti da due registi relativamente giovani che hanno sfondato a cannes con una giuria presieduta da un americano come sean penn.

si tratta di due film complementari, e quindi opposti, nella tecnica, nella sceneggiatura, nelle immagini.

dove uno, gomorra, va alla ricerca dell'iper-realismo più estremo, l'altro, il divo, punta al grottesco, all'inquietudine che viene dalla cupezza delle immagini, dai ralenti, dalla musica.

gomorra è un film costruito con una sceneggiatura di ferro, ma apparentemente girato come un documentario. pochissimi attori professionisti (servillo gigante), molti ragazzini presi dalla strada, alcuni ex-detenuti diventati attori. la rappresentazione di una napoli che tutti conosciamo e immaginiamo, ma mai avremmo pensato così ruvida, dà il senso di un nuovo dopoguerra, di un deserto sociale e istituzionale lasciato in pasto alla camorra e alle sue regole, ormai da quarant'anni o più. è incredibile pensare che sia vero quello che vediamo nel film; è assolutamente fuori dal mondo credere che nel 2008, in europa, nel cuore della democrazia, sia possibile un tale sfacelo.
la musica dei cantanti neomelodici napoletani, compresa una straordinaria maria nazionale, segue il filo della storia, anzi delle storie, che si sfiorano senza toccarsi mai. dimenticate il libro. anzi, se lo avete letto, pensatelo: il film ha lo stesso taglio, un documentario romanzato, e artistico. però il film è un'opera secondo me degna di un film di rossellini, mentre il libro, dal punto di vista strettamente letterario, è un buon libro, non straordinario.

se gomorra guarda alla strada, ai ragazzini che crescono nelle strade di napoli, il divo guarda ai palazzi del potere. palazzi enormi, vuoti, lussuosi, in cui una intera generazione politica ha vissuto, impunita, e ancora continua a vivere. i palazzi del potere sono la rappresentazione anche degli uomini che li hanno vissuti. andreotti, un servillo che dà forse il suo meglio, diventa anch'esso un simbolo. il simbolo di una classe dirigente impenetrabile, inconoscibile, completamente distaccata dalla realtà, o forse troppo realista, così realista da diventare più che cinica, crudele. sorrentino racconta tutta la vicenda di andreotti e della sua corrente come se fossero una banda di iene: c'è dentro scorsese, tarantino, john woo. la musica completamente dissociata dall'azione ricorda kubrik. le luci, i ralenti, la tecnica di ripresa rende sorrentino un maestro vero: il suo limite, l'eccesso di "stile", di ricercatezza, diventa il suo punto di forza in questo caso, rendendo tutto grottesco, tra il comico e la tragedia. caselli che si mette la lacca, sbardella che non fa altro che magna', cirino pomicino (un grande buccirosso) balla come un vero discotecaro. una presa per il culo, complessiva, del mondo politico italiano. anche se sean penn probabilmente non sa neanche chi siano i protagonisti della vicenda andreottiana (circa 20 anni di storia italiana), ne ha evidentemente letto il respiro universale, di marionette gestite solo dalla sete di potere. un film complessissimo, pieno di sfumature, in cui andreotti, come nella realtà, parla solo per battutte e nasconde in un volto da sfinge le sue reali mosse per controllare ciò che accade. le vittorie, le sconfitte, le battaglie.

due film stupendi, davvero. se garrone arriva al suo apice, dopo essere passato dal bellissimo l'imbalsamatore, poi primo amore, anch'esso bello, sorrentino, che aveva avuto una battuta di arresto con l'amico di famiglia, torna al livello (e forse lo supera) di le conseguenze dell'amore.

due film da vedere in sequenza, diversissimi, ma due facce della stessa medaglia. rappresentazione dell'italia, e quindi molto italiani, ma anche universali.

sarà rinascita del cinema italiano? non so. ma sono due capolavori.

poi subentra il gusto personale, e in una mia personale gara, ho preferito gomorra. asciutto, crudo, violento, stilisticamente perfetto, attori incredibili. il divo è, per me, leccato, fighetto...ma mentre scrivo mi rendo conto che sbaglio perchè, tutti e due mi sono piaciuti moltissimo.

2.6.08

nick cave&the bad seeds live@tendastrisce, roma

dotato di un senso della separazione delle cose ormai sovrannaturale, la giornata della festa della repubblica mi ha portato prima a un party istituzionale che sembrava di stare ne il divo, e poi al concerto di nick cave, mio sesto personale e primo suo a roma da qui a molto tempo fa.

non faccio pippe del tipo "quanto è importante nick cave per me", "come ha cambiato la mia idea della musica", ecc. dico solo che ho incominciato ad ascoltarlo quando avevo 13 anni grazie a mio cugino, e lo odiavo. poi, piano piano, mi è entrato nella pelle, senza più andarsene. grazie francesco.

dicevo il mio sesto concerto di nick cave, tenendo conto che tutti gli altri li ho visti a milano. e per di più erano alcuni anni (forse 3) che non lo vedevo, quindi ero piuttosto esaltato.

l'uscita di grinderman e poi di questo dig!lazarus dig! mi avevano fatto ben sperare in una performance bella carica di rock 'n roll e blues demoniaco e sporco, come sa fare lui. grinderman è un capolavoro, il suo nuovo lavoro con i bad seeds è vagamente scontato, ma comunque ottimo e migliore delle ultime cose che hanno fatto insieme.

passiamo al concerto: il tendastrisce fa schifo. è un tendone di plastica orrendo. il sole ci aveva battuto con violenza tutto il giorno, e dentro si fa la sauna. arriviamo che suona un duo di spalla e subito si capisce che l'acustica è abbastanza imbarazzante. rimbomba tutto fastidiosamente.

alle 21.40 entrano i bad seeds, e poi lui, con baffoni, camicia rossa e tipica giacca nera. la scaletta è subito possente, con due pezzi del nuovo album e poi tupelo. l'acustica nei pezzi tirati e orrenda, ma la sua voce è straordinaria. subito si nota, come mi capita ormai sempre, la differenza di impatto che hanno tutti i pezzi fino a the boatman's call e quello che hanno quelli successivi. red right hand, mercy seat, papa won't leave you henry, infuocano il tendastrisce come non riescono a fare tutti gli altri. è come se ci fosse una marcia in più, in quelle canzoni, una magia che non riesco a sentire nei lavori recenti.

nc si muove, balla, allarga le gambe come per cavalcare un immaginario cavallo di elettricità che gli viene dal pubblico (età media molto alta, sopra i 30), e poi racconta le sue storie, guardando il pubblico a uno a uno, indicando le persone a cui si rivolge. riempie la scena come pochi al mondo e vederlo è uno spettacolo. suda tantissimo, la camicia rossa viene abbandonata e i bis se li spara con una magliettina nera.

i fonici fanno il loro lavoro, e l'acustica migliora. disapprovo la versione "light" di mercy seat. troppo melodica, poco sciamanica, meno coinvolgente. chiariamo: mercy seat è una delle più belle canzoni mai scritte nella storia della musica, quindi va bene in tutte le versioni. ma il mio ricordo è quello di un concerto al rolling stone di milano, c'era ancora blixa bargeld alla chitarra, e il posto divenne letteralmente infuocato, con la gente fuori di sè dall'emozione. una versione tipo quella che vedete nel video qui sopra, live in marsiglia almeno 10 anni fa.

se proprio devo fare le pulci, la scaletta non è stata straordinaria, anche se una spettacolare straight to you e la chiusura con stagger lee quasi in delirio noise hanno regalato momenti bellissimi.

due ore di concerto piene, abbondanti, di quelle che poi esci e ti senti bene, leggero. il mantra satanico di nc è ancora nelle orecchie. è vero, è più vecchio, è più maturo, è meno graffiante di 10 anni fa nei suoi dischi, ma dal vivo è sempre meraviglioso vederlo.

mi rimane negli occhi l'immagine di un ragazzino di 10 anni (che abbassa la media di cui dicevo prima) sulle spalle del padre. tutti e due cantano stagger lee. mi sono commosso. anche io ci porterò mio figlio, al concerto di nick cave.

vi regalo qui sotto un live incredibile che ho trovato su youtube. strepitoso.