30.12.08

sinistra con delle idee?



il 13 dicembre pioveva forte, e il tevere era gonfio come un tacchino ripieno, come l'omino michelin.

ci volevo andare alle primarie delle idee della sinistra, sicuro che avrei sentito una marea di cazzate.

il mio amico peppuzzo, professore siculo-californiano, era a roma, perchè a quanto pare ha, insieme alla sua dolce metà, deciso di lasciare la california per tornare in italia. il rientro dei cervelli.

non gli sono stato d'aiuto.

ho cominciato a dirgli che non si rendeva bene conto dello stato in cui versa il paese, che siamo nelle mani di un napoleone che sta rivoluzionando un paese democratico per trasformarlo nella prima dittatura post-industriale, con tutti i poteri, economico, politico, mediatico e, ormai, giurisdizionale nelle proprie mani. gli ho detto che ci vorranno almeno 15 anni per liberarsi del nostro piccolo napoleone, e che prima di allora non ci sarà alcuna speranza che rinasca un'opposizione con un'idea, che sia una. non dico neanche "di sinistra". dico "di buon senso".

gli ho detto che in italia è impossibile lavorare con una certa dignità, che nessuno ha un euro e che il lavoro si sta trasformando in una nuova forma di schiavitù.

gli ho detto anche che forse, a questo incontro sulle primarie delle idee, ci saremmo potuti fare quattro risate, avendo capito che è meglio ridere che piangere.

alla fine, impigriti dalla pioggia e dalla depressione, ce ne siamo rimasti a fumare e chiaccherare chiusi a casa, fottendocene delle fottute primarie delle idee. morite tutti.

in parte, abbiamo fatto bene. perchè ascoltando gli interventi su eco tv, il livello era piuttosto imbarazzante. tutti incazzati come delle furie, ma, di nuovo, senza un'idea che fosse una. non basta l'incazzatura, serve una visione, di qualche tipo.

poi è sbucata questa ragazza, ed è come se fosse scattato qualcosa.

ascoltate attentamente quello che dice, ne vale la pena.

peppu', il video con questa ragazza lo voglio dedicare a te. dopo anni di usa bushiani, torni in un'italia dittatoriale, ma che una luce di speranza la lancia, ed è quella che viene dal viso di questa ragazza, dalle sue parole, che sono belle, appassionate e, diosanto, hanno sotto un'idea. ti dirò di più, un'idea di sinistra.

per cui peppuzzo, siccome a giugno torni in italia dopo oltre 6 anni, oltre al piacere che fa a me averti qui, potere discutere, parlare, bere, mangiare, immaginare cose con te (sono contentissimo che saremo a due passi!), vorrei, dopo la depressione che ti ho messo quel sabato, regalarti per questa fine d'anno un filo d'argento a cui appendersi, e tenerlo stretto, perchè forse non tutto è perduto.

che il 2009 sia molto meglio dell'anno che sta finendo, per tutti. incrociamo le dita.

27.12.08

changeling


ho avuto modo di discutere animatamente in famiglia sulla presunta necessità dei festeggiamenti di natale. naturalmente, ho perso. e mi sono ritrovato nel solito delirio di 3 giorni, dal quale ci si salva molto difficilmente. difficilmente ci si salva equilibrio mentale e sanità fisica, intendo.

per avere un attimo di stacco, ho deciso questa sera di regalarmi un momento "saudade", e girarmene da solo, il giorno di santo stefano, di sera, al duomo, in galleria, in via torino, insieme a una masnada di sudamericani di diverse generazioni, dai vecchi che parlano ancora lo spagnoindio, ai giovani di terza generazione, a tutti gli effetti italiani.

dopo una cena "tristeza" da solo da macdonald's (ma quanto sono buoni i chicken macnuggets, immersi nella salsa barbecue e in quella al curry...), mi sono infilato in un cinemino incastrato tra un intimissimi e una chiesa, per vedere questo changeling, pronto a devastarmi cuore, mente e anima in uno dei film che (mi avevano assicurato) è tra i più strazianti degli ultimi anni.

confermo: è tra i più strazianti degli ultimi anni.

però. perchè c'è un però.

nonostante tutta la turpitudine di una società corrotta, iperrazionale, anti-femminile, violenta, per la prima volta, anche rispetto a quel capolavoro che era mystic river, intravedo una luce in fondo al tunnel.

prima, però, faccio una domanda a tutti noi: ma siamo sicuri che clint eastwood sia americano? o meglio, che sia americano e repubblicano? c'è la pena di morte, sulla quale però non c'è una posizione netta; certo, uno dei pochi non distrutti dalla corruzione, e leader della protesta, è un pastore presbiteriano (john malkovich), e senza di lui la povera mrs. collins (angelina jolie) non si sarebbe mai salvata.

però. ecco un altro però.

la figura di aj è quella di una donna che non molla, che combatte. combatte per che cosa, ecco, questo non è chiaro. per la propria identità di madre? oppure si tratta di un simbolo, per cui aj-mrs.collins è la rappresentazione di una nazione, e quindi cerca la propria identità di donna, e quindi l'identità di una nazione che quell'identità la ha persa?

ecco qua che mentre scrivo mi vengono in mente delle cose da dire.

se mrs. collins è la rappresentazione degli usa corrotti, che vengono salvati da un presbiteriano che molto probabilmente rappresenta la religione, dio, il rapporto dell'uomo con dio, allora come mai il nostro clint fa un quadro della situazione devastato per via della violenza e della corruzione in particolare su una donna, considerata il male dalla società degli anni 20, e non appena in dissenso o con qualche cenno di volontà di emancipazione, lotta, passionalità, rinchiusa in manicomio con le matte?

oddio sta a vedere che mi devo rimangiare quello che ho scritto sopra. in realtà la visione di clint è religiosa? e la speranza, per una donna, per una nazione, è quella di mettersi nelle mani della religione? mamma mia, ecco qui clint repubblicano. l'identità si salva con la religione?

non è così semplice, secondo me. il film è complesso e ha, come sempre, mille piani di lettura, mille prospettive, mille intrecci. quello che è certo, è che clint intravede una speranza, questa volta. a caldo, avrei detto che si trattava di dire/pensare:"mettiamo la società contemporanea nelle mani delle donne, ci salveranno", e mi pareva un'idea rivoluzionaria, che condivido in pieno. se però clint intende dire che la società si deve mettere nelle mani della religione per salvarsi, allora non mi sta bene. o peggio, che le donne, grazie alla religione, trovano una propria identità e la forza per lottare...mi sento male.
comunque, ho trovato incredibilmente profonda l'analisi di una situazione, quella della los angeles degli anni 20 come rappresentazione del mondo contemporaneo. una visione, direi quasi, all'avanguardia. in cui le donne, i cittadini, sono oppressi da una cultura dominante violenta, maschilista, antica.

vabbè basta. potrei parlare e scrivere e cambiare idea un centinaio di volte.

quello che è certo è che è un film molto bello, che si può leggere e rileggere in tanti modi. anche se temo che clint abbia un'unica visione, e non è incoraggiante. brava angelina jolie. anche se la issue "interpretazione di angelina jolie in questo film" passa decisamente in secondo piano, data la profondità dell'insieme.

fantastico. ero partito con l'idea di difendere clint dagli attacchi di conservatorismo, e mi ritrovo io per primo ad attaccarlo. ma che cazzo.

comunque, emozione e pensiero mi hanno salvato da natale. grazie clint.

non perdetevelo, poi ne discutiamo.

20.12.08

top ten 2008


sono in stress da giorni per la classifica dei migliori 10 dischi del 2008 nella mia visione personale.

quella del 2007 l'ho compilata il 6 gennaio del 2008. ma quest'anno sono stressatissimo e devo subito provare a buttarla giù.

tra l'altro, rileggendo quella del 2007, non sono convinto di me stesso. forse burial andava al primo posto, a seguire chesnutt a seguire murcof. burial cresce sempre di più.

quest'anno, il 2008, è stato un anno in cui per me l'elettronica l'ha fatta da padrona. infatti è molto difficile uscirne. è difficilissimo trovare un numero uno, ma vediamo di provarci.

10. dargen d'amico - di vizi di forma virtù

9. bachi da pietra - tarlo terzo

8. portishead - third

7. sao paulo underground - the principle of intrusive relationships

6. fleet foxes - sun giant

5. sigur ros - titolo inscrivibile, comunque l'ultimo

4. fuck buttons - street horrsing

3. dusk+blackdown - margins music

2. dj/rupture - uproot

1. vampire weekend - s/t


quindi, molta elettronica, ma neanche tanta.

ho deciso di tenere fuori, alla fine, benga con diary of an afro-warrior, perchè credo che il dubstep e l'elettronica siano già ben rappresentate da dusk+blackdown e dj/rupture.

vorrei poi fare una menzione speciale per la colonna sonora di into the wild, scritta da eddie vedder. probabilmente non è di quest'anno, ma del 2007. ma per me ha un significato importante nel 2008, e mi fa piangere ogni volta che la ascolto.

un'altra menzione speciale la do a skream, che ha tirato fuori pezzi strepitosi di dubstep, oltre a un live con benga impressionante.

ultima menzione speciale a larkin grimm, che con parplar dà una scossa alla musica folk americana, un via di mezzo tra il miglior devendra banhart e joanna newsom.

vi do anche il miglior libro dell'anno, senza dubbio: junot diaz, la breve favolosa vita di oscar wao.

di teatro non parlo. e di cinema neanche perchè ho visto troppo poco...

scrivetemi la vostra!

15.12.08

bugo live@circolo degli artisti, roma

il concerto live di bugo dimostra davvero che questo ragazzo è un genietto e che meriterebbe più successo di quello che ha.

ironico, esaltato, euforico si sbatte di qua e di là come un matto. saltella, fa quasi stage diving.

i pezzi sono quasi tutti quelli di contatto, il suo ultimo album, ma di certo non fa mancare ai suoi fans, molti, cultori, canzoni come dov'è il mio gel, casalingo, ecc.

inizia urlando fammi entrare per favore/nel tuo giro giusto/ho bisogno di socializzare/uscire dal mio guscio, coinvolge il pubblico con uno strambo miscuglio di pop, rock e dance. a un certo punto fa anche il dj smanettando su un sintetizzatore.

la nave va è un pezzo che sicuramente potrebbe andare a sanremo: non voglio con questo sminuire lui e le sue canzoni, ma per dire che ha una capacità di mischiare pop e qualità che in italia hanno ormai davvero in pochi.

stupisce tutti con una cover di celentano, quella di quel pezzo che non ricorderò mai in cui storpia l'inglese: e il pubblico balla.

ecco, bugo mette insieme rino gaetano, beck, gli afterhours dei tempi migliori e celentano. ironia, interpretazione, testi a volte demenziali, degni di elio e le storie tese.

una serata divertente, danzereccia ma non superficiale, con musica di alta qualità e grande divertimento.

bravissimo.

detto questo, senza togliere nulla a bugo, io preferisco il teatro degli orrori, che non ho mai visto dal vivo. cazzo.

14.12.08

riflessioni sul niente di una domenica di dicembre


basta un niente. e subito sei un'altra persona.


basta un battito di ali di farfalla in cina, diceva qualcuno, per generare un temporale in africa.

ci pensavo l'altro giorno mentre attraversavo la strada per affacciarmi sul tevere e vedere la piena.

pensavo: se mentre attraverso la strada mi prende sotto una macchina, mi cambia la vita. o la morte.

il concetto delle sliding doors è stupido ma vero.

la fragilità della fisicità, mi fa pensare. non so se mi fa paura. certe volte si. ma è come se la maggior parte del tempo non ci pensassi. faccio bene, dico, a non pensarci?

o forse è meglio pensarci e affrontare dignitosamente questa realtà di cristallo che sono/siamo?

ogni tanto ho paura.

molte volte non ci penso.

ma la mia scelta, qual è? ce l'ho, una scelta?

ogni tanto penso di si, di averla una scelta, una alternativa.

molte volte non ci penso. e sto meglio.

molte altre ci penso. e sto qualche volta bene e qualche volta male.

la piena del tevere è grossa, ma il fiume non esonderà. se esondasse, basterebbe un niente per farci improvvisamente tornare con la memoria e la realtà all'alluvione di firenze. o, ancora più chiaramente, alle alluvioni in bangladesh, o in india.

qual è la distanza, la differenza tra noi e il bangladesh? il fiume esonda e distrugge. qui come laggiù.

qual è la differenza tra me e uno in india a cui viene spazzata via la casa? nessuna.

c'è un minimo comun denominatore tra tutti gli esseri umani.

non è che per far ripartire qualcosa in italia, nel mondo, occorre riconoscerlo?

11.12.08

benga+skream live@circolo degli artisti, roma

mi è presa la mania del dubstep. e forse la responsabilità è di burial, che con quel capolavoro che è untrue mi ha distrutto il cervello.

mi sembra che le uniche cose buone che stanno uscendo in questa ultima parte di 2008 siano di musica elettronica, in particolare inglese, ma probabilmente mi sbaglio.


comunque, nonostante la devastazione fisica, sono stato a sentire i due maghetti (uso il diminutivo perchè sono due ragazzini di 21 e 23 anni) benga e skream fare musica dal vivo. il dubstep moderno e londinese ha le sue radici nella musica caraibica, come sappiamo. e l'altra sera, al circolo, il caraibico era skream, bianco, del southside di londra, ventunenne. non smette di fumare, una sigaretta dopo l'altra. si muove, scattoso, e infila vinili uno dopo l'altro, con suoni bassi e distorti, mettendoli sopra alla musica solare (apparentemente) jamaicana.

benga, nero, un po' più grande, svalvola sul mixer, producendo suoni devastanti, alzando vinili al cielo, muovendosi come rastaman. mettono un disco per uno, alternandosi alla console.

musica metropolitana, che viene dal cuore nero pulsante di londra. quel cuore dove si incontrano europa e sud del mondo.

non c'è la devastazione atomica di
burial, il suo suono seminale. c'è un'allegria cupa che aleggia nel circolo. un'esaltazione drogata. un'euforia triste. una creatività e un coraggio nell'accostare suoni che è rara.

diamo il mondo in mano a questi ragazzini.


sembro un vecchio.


oh, ma io ho 33 anni, anche io sono un ragazzino.

posso partire per la conquista del mondo!

giovanni sollima live@auditorium parco della musica, roma

giovanni sollima è un violoncellista di palermo. avrà 45 anni, forse qualcuno di più.

l'ho visto suonare per la prima volta una sera di tiepida primavera in una piazzetta della kalsa, a palermo, vicino all'antica focacceria san francesco. avevo un panino ca meusa (maritato!) in mano e cercavo di bermi una birra.

su un palco buttato là un po' a caso, in queste cose palermitanamente cialtrone, ma sublimi, gs insieme a un gruppo di giovanissimi violoncellisti, senza amplificazione, improvvisava un concerto in sostegno di rifondazione comunista (ancora esistente) prima delle elezioni che portarono al potere l'ultimo sciagurato governo prodi.

tralasciamo la politica nella sua melma puzzolente, e parliamo di gs: un concerto assurdo, quello a palermo. oltre a pezzi scritti da lui che regalano alla musica contemporanea italiana un compositore al livello di stefano bollani, o ludovico einaudi, gs tira fuori una vena di follia incontrollabile eseguendo, solo con archi, enter sandman dei metallica, purple haze di jimi hendrix e human behaviour di bjork, quest'ultima solo violoncello e la voce di una ragazza, che poi abbiamo scoperto essere la figlia diciannovenne (allora) di gs. impressionante. goffo, scoordinato, cialtrone e sublime come la città da cui proviene, gs ti penetra e coinvolge come un artista rock. mai vista una cosa del genere.

ieri sera, romaeuropafestival ha deciso di chiudere l'edizione 2008 proprio con un concerto di gs. situazione molto più istituzionale, con fighettame radical chic romano in sala, gs sempre cialtrone e sublime, come la sua palermo. un'orchestra d'archi composta da ragazze e ragazzi giovanissimi, un direttore pazzo, una violoncellista brava e intimidita dalla foga rock 'n roll di gs. bravissimi, strepitosi eccezionali, punk. a lui cascano gli spartiti continuamente, come si muove fa cadere un leggìo, cammina imbracciando il violoncello in giro per quella piazza d'armi che è la sala santa cecilia. incredibile il pezzo suonato a quattro mani su uno stesso violoncello da lui e lei. un rapporto sessuale impetuoso tra i due.

detto ciò, nella sala santa cecilia si sente male. sarà bella, sta roba di renzo piano, ma se non si sente ci sarà un motivo. i musicisti hanno microfoni e spie!! in una sala da concerto!! per questo motivo e per la grandezza eccessiva della sala, la potenza di gs e dei suoi compari un po' si disperde nell'aria. ma tant'è, è comunque travolgente.

amo palermo (per tanti motivi...) e la sua cialtroneria e il suo splendore. amo, quindi, gs.

10.12.08

evoluzioni di facebook




facebook è un buco nero che si mangia tempo, spazio e curvatura di entrambi.

sembra allo stesso tempo uno scrigno di ricordi nascosti nei meandri della memoria e uno strumento di evoluzione contemporanea di possibilità e opportunità non ancora comprese fino in fondo.

chi non ha trovato compagni delle elementari, gente che non vede e non sente da anni, personaggi che riemergono da un passato sepolto?

con facebook, persino il più cinico e incazzato è disposto a scendere a patti con il proprio passato. persino il più impegnato trova un quarto d'ora al giorno (almeno) per rendere noto ai suoi amici il suo presente. persino il più vetero e rétro comincia a immaginare il proprio futuro e imparare due cazzate da fare su fb.

fb inghiotte i blog (compreso il mio, cazzo...). inghiotte ore e ore di tempo. rilancia memorie.

il punto interessante da capire è: com'è che tutti siamo messi così male da ricercare e voyeuristicamente infilare il naso negli affari degli altri, in modo così morboso?

a me non me ne frega nulla degli affari degli altri. a me diverte dialogare con le persone e riallacciare dei rapporti di amicizia persi. e questo fb ti aiuta a farlo.

fb morirà presto, sono certo, rimpiazzato da qualche altra evoluzione. ma non importa, il suo lo ha fatto.

tutto il resto è fuffa.

ps. che stronzata di post....