30.12.08

sinistra con delle idee?



il 13 dicembre pioveva forte, e il tevere era gonfio come un tacchino ripieno, come l'omino michelin.

ci volevo andare alle primarie delle idee della sinistra, sicuro che avrei sentito una marea di cazzate.

il mio amico peppuzzo, professore siculo-californiano, era a roma, perchè a quanto pare ha, insieme alla sua dolce metà, deciso di lasciare la california per tornare in italia. il rientro dei cervelli.

non gli sono stato d'aiuto.

ho cominciato a dirgli che non si rendeva bene conto dello stato in cui versa il paese, che siamo nelle mani di un napoleone che sta rivoluzionando un paese democratico per trasformarlo nella prima dittatura post-industriale, con tutti i poteri, economico, politico, mediatico e, ormai, giurisdizionale nelle proprie mani. gli ho detto che ci vorranno almeno 15 anni per liberarsi del nostro piccolo napoleone, e che prima di allora non ci sarà alcuna speranza che rinasca un'opposizione con un'idea, che sia una. non dico neanche "di sinistra". dico "di buon senso".

gli ho detto che in italia è impossibile lavorare con una certa dignità, che nessuno ha un euro e che il lavoro si sta trasformando in una nuova forma di schiavitù.

gli ho detto anche che forse, a questo incontro sulle primarie delle idee, ci saremmo potuti fare quattro risate, avendo capito che è meglio ridere che piangere.

alla fine, impigriti dalla pioggia e dalla depressione, ce ne siamo rimasti a fumare e chiaccherare chiusi a casa, fottendocene delle fottute primarie delle idee. morite tutti.

in parte, abbiamo fatto bene. perchè ascoltando gli interventi su eco tv, il livello era piuttosto imbarazzante. tutti incazzati come delle furie, ma, di nuovo, senza un'idea che fosse una. non basta l'incazzatura, serve una visione, di qualche tipo.

poi è sbucata questa ragazza, ed è come se fosse scattato qualcosa.

ascoltate attentamente quello che dice, ne vale la pena.

peppu', il video con questa ragazza lo voglio dedicare a te. dopo anni di usa bushiani, torni in un'italia dittatoriale, ma che una luce di speranza la lancia, ed è quella che viene dal viso di questa ragazza, dalle sue parole, che sono belle, appassionate e, diosanto, hanno sotto un'idea. ti dirò di più, un'idea di sinistra.

per cui peppuzzo, siccome a giugno torni in italia dopo oltre 6 anni, oltre al piacere che fa a me averti qui, potere discutere, parlare, bere, mangiare, immaginare cose con te (sono contentissimo che saremo a due passi!), vorrei, dopo la depressione che ti ho messo quel sabato, regalarti per questa fine d'anno un filo d'argento a cui appendersi, e tenerlo stretto, perchè forse non tutto è perduto.

che il 2009 sia molto meglio dell'anno che sta finendo, per tutti. incrociamo le dita.

27.12.08

changeling


ho avuto modo di discutere animatamente in famiglia sulla presunta necessità dei festeggiamenti di natale. naturalmente, ho perso. e mi sono ritrovato nel solito delirio di 3 giorni, dal quale ci si salva molto difficilmente. difficilmente ci si salva equilibrio mentale e sanità fisica, intendo.

per avere un attimo di stacco, ho deciso questa sera di regalarmi un momento "saudade", e girarmene da solo, il giorno di santo stefano, di sera, al duomo, in galleria, in via torino, insieme a una masnada di sudamericani di diverse generazioni, dai vecchi che parlano ancora lo spagnoindio, ai giovani di terza generazione, a tutti gli effetti italiani.

dopo una cena "tristeza" da solo da macdonald's (ma quanto sono buoni i chicken macnuggets, immersi nella salsa barbecue e in quella al curry...), mi sono infilato in un cinemino incastrato tra un intimissimi e una chiesa, per vedere questo changeling, pronto a devastarmi cuore, mente e anima in uno dei film che (mi avevano assicurato) è tra i più strazianti degli ultimi anni.

confermo: è tra i più strazianti degli ultimi anni.

però. perchè c'è un però.

nonostante tutta la turpitudine di una società corrotta, iperrazionale, anti-femminile, violenta, per la prima volta, anche rispetto a quel capolavoro che era mystic river, intravedo una luce in fondo al tunnel.

prima, però, faccio una domanda a tutti noi: ma siamo sicuri che clint eastwood sia americano? o meglio, che sia americano e repubblicano? c'è la pena di morte, sulla quale però non c'è una posizione netta; certo, uno dei pochi non distrutti dalla corruzione, e leader della protesta, è un pastore presbiteriano (john malkovich), e senza di lui la povera mrs. collins (angelina jolie) non si sarebbe mai salvata.

però. ecco un altro però.

la figura di aj è quella di una donna che non molla, che combatte. combatte per che cosa, ecco, questo non è chiaro. per la propria identità di madre? oppure si tratta di un simbolo, per cui aj-mrs.collins è la rappresentazione di una nazione, e quindi cerca la propria identità di donna, e quindi l'identità di una nazione che quell'identità la ha persa?

ecco qua che mentre scrivo mi vengono in mente delle cose da dire.

se mrs. collins è la rappresentazione degli usa corrotti, che vengono salvati da un presbiteriano che molto probabilmente rappresenta la religione, dio, il rapporto dell'uomo con dio, allora come mai il nostro clint fa un quadro della situazione devastato per via della violenza e della corruzione in particolare su una donna, considerata il male dalla società degli anni 20, e non appena in dissenso o con qualche cenno di volontà di emancipazione, lotta, passionalità, rinchiusa in manicomio con le matte?

oddio sta a vedere che mi devo rimangiare quello che ho scritto sopra. in realtà la visione di clint è religiosa? e la speranza, per una donna, per una nazione, è quella di mettersi nelle mani della religione? mamma mia, ecco qui clint repubblicano. l'identità si salva con la religione?

non è così semplice, secondo me. il film è complesso e ha, come sempre, mille piani di lettura, mille prospettive, mille intrecci. quello che è certo, è che clint intravede una speranza, questa volta. a caldo, avrei detto che si trattava di dire/pensare:"mettiamo la società contemporanea nelle mani delle donne, ci salveranno", e mi pareva un'idea rivoluzionaria, che condivido in pieno. se però clint intende dire che la società si deve mettere nelle mani della religione per salvarsi, allora non mi sta bene. o peggio, che le donne, grazie alla religione, trovano una propria identità e la forza per lottare...mi sento male.
comunque, ho trovato incredibilmente profonda l'analisi di una situazione, quella della los angeles degli anni 20 come rappresentazione del mondo contemporaneo. una visione, direi quasi, all'avanguardia. in cui le donne, i cittadini, sono oppressi da una cultura dominante violenta, maschilista, antica.

vabbè basta. potrei parlare e scrivere e cambiare idea un centinaio di volte.

quello che è certo è che è un film molto bello, che si può leggere e rileggere in tanti modi. anche se temo che clint abbia un'unica visione, e non è incoraggiante. brava angelina jolie. anche se la issue "interpretazione di angelina jolie in questo film" passa decisamente in secondo piano, data la profondità dell'insieme.

fantastico. ero partito con l'idea di difendere clint dagli attacchi di conservatorismo, e mi ritrovo io per primo ad attaccarlo. ma che cazzo.

comunque, emozione e pensiero mi hanno salvato da natale. grazie clint.

non perdetevelo, poi ne discutiamo.

20.12.08

top ten 2008


sono in stress da giorni per la classifica dei migliori 10 dischi del 2008 nella mia visione personale.

quella del 2007 l'ho compilata il 6 gennaio del 2008. ma quest'anno sono stressatissimo e devo subito provare a buttarla giù.

tra l'altro, rileggendo quella del 2007, non sono convinto di me stesso. forse burial andava al primo posto, a seguire chesnutt a seguire murcof. burial cresce sempre di più.

quest'anno, il 2008, è stato un anno in cui per me l'elettronica l'ha fatta da padrona. infatti è molto difficile uscirne. è difficilissimo trovare un numero uno, ma vediamo di provarci.

10. dargen d'amico - di vizi di forma virtù

9. bachi da pietra - tarlo terzo

8. portishead - third

7. sao paulo underground - the principle of intrusive relationships

6. fleet foxes - sun giant

5. sigur ros - titolo inscrivibile, comunque l'ultimo

4. fuck buttons - street horrsing

3. dusk+blackdown - margins music

2. dj/rupture - uproot

1. vampire weekend - s/t


quindi, molta elettronica, ma neanche tanta.

ho deciso di tenere fuori, alla fine, benga con diary of an afro-warrior, perchè credo che il dubstep e l'elettronica siano già ben rappresentate da dusk+blackdown e dj/rupture.

vorrei poi fare una menzione speciale per la colonna sonora di into the wild, scritta da eddie vedder. probabilmente non è di quest'anno, ma del 2007. ma per me ha un significato importante nel 2008, e mi fa piangere ogni volta che la ascolto.

un'altra menzione speciale la do a skream, che ha tirato fuori pezzi strepitosi di dubstep, oltre a un live con benga impressionante.

ultima menzione speciale a larkin grimm, che con parplar dà una scossa alla musica folk americana, un via di mezzo tra il miglior devendra banhart e joanna newsom.

vi do anche il miglior libro dell'anno, senza dubbio: junot diaz, la breve favolosa vita di oscar wao.

di teatro non parlo. e di cinema neanche perchè ho visto troppo poco...

scrivetemi la vostra!

15.12.08

bugo live@circolo degli artisti, roma

il concerto live di bugo dimostra davvero che questo ragazzo è un genietto e che meriterebbe più successo di quello che ha.

ironico, esaltato, euforico si sbatte di qua e di là come un matto. saltella, fa quasi stage diving.

i pezzi sono quasi tutti quelli di contatto, il suo ultimo album, ma di certo non fa mancare ai suoi fans, molti, cultori, canzoni come dov'è il mio gel, casalingo, ecc.

inizia urlando fammi entrare per favore/nel tuo giro giusto/ho bisogno di socializzare/uscire dal mio guscio, coinvolge il pubblico con uno strambo miscuglio di pop, rock e dance. a un certo punto fa anche il dj smanettando su un sintetizzatore.

la nave va è un pezzo che sicuramente potrebbe andare a sanremo: non voglio con questo sminuire lui e le sue canzoni, ma per dire che ha una capacità di mischiare pop e qualità che in italia hanno ormai davvero in pochi.

stupisce tutti con una cover di celentano, quella di quel pezzo che non ricorderò mai in cui storpia l'inglese: e il pubblico balla.

ecco, bugo mette insieme rino gaetano, beck, gli afterhours dei tempi migliori e celentano. ironia, interpretazione, testi a volte demenziali, degni di elio e le storie tese.

una serata divertente, danzereccia ma non superficiale, con musica di alta qualità e grande divertimento.

bravissimo.

detto questo, senza togliere nulla a bugo, io preferisco il teatro degli orrori, che non ho mai visto dal vivo. cazzo.

14.12.08

riflessioni sul niente di una domenica di dicembre


basta un niente. e subito sei un'altra persona.


basta un battito di ali di farfalla in cina, diceva qualcuno, per generare un temporale in africa.

ci pensavo l'altro giorno mentre attraversavo la strada per affacciarmi sul tevere e vedere la piena.

pensavo: se mentre attraverso la strada mi prende sotto una macchina, mi cambia la vita. o la morte.

il concetto delle sliding doors è stupido ma vero.

la fragilità della fisicità, mi fa pensare. non so se mi fa paura. certe volte si. ma è come se la maggior parte del tempo non ci pensassi. faccio bene, dico, a non pensarci?

o forse è meglio pensarci e affrontare dignitosamente questa realtà di cristallo che sono/siamo?

ogni tanto ho paura.

molte volte non ci penso.

ma la mia scelta, qual è? ce l'ho, una scelta?

ogni tanto penso di si, di averla una scelta, una alternativa.

molte volte non ci penso. e sto meglio.

molte altre ci penso. e sto qualche volta bene e qualche volta male.

la piena del tevere è grossa, ma il fiume non esonderà. se esondasse, basterebbe un niente per farci improvvisamente tornare con la memoria e la realtà all'alluvione di firenze. o, ancora più chiaramente, alle alluvioni in bangladesh, o in india.

qual è la distanza, la differenza tra noi e il bangladesh? il fiume esonda e distrugge. qui come laggiù.

qual è la differenza tra me e uno in india a cui viene spazzata via la casa? nessuna.

c'è un minimo comun denominatore tra tutti gli esseri umani.

non è che per far ripartire qualcosa in italia, nel mondo, occorre riconoscerlo?

11.12.08

benga+skream live@circolo degli artisti, roma

mi è presa la mania del dubstep. e forse la responsabilità è di burial, che con quel capolavoro che è untrue mi ha distrutto il cervello.

mi sembra che le uniche cose buone che stanno uscendo in questa ultima parte di 2008 siano di musica elettronica, in particolare inglese, ma probabilmente mi sbaglio.


comunque, nonostante la devastazione fisica, sono stato a sentire i due maghetti (uso il diminutivo perchè sono due ragazzini di 21 e 23 anni) benga e skream fare musica dal vivo. il dubstep moderno e londinese ha le sue radici nella musica caraibica, come sappiamo. e l'altra sera, al circolo, il caraibico era skream, bianco, del southside di londra, ventunenne. non smette di fumare, una sigaretta dopo l'altra. si muove, scattoso, e infila vinili uno dopo l'altro, con suoni bassi e distorti, mettendoli sopra alla musica solare (apparentemente) jamaicana.

benga, nero, un po' più grande, svalvola sul mixer, producendo suoni devastanti, alzando vinili al cielo, muovendosi come rastaman. mettono un disco per uno, alternandosi alla console.

musica metropolitana, che viene dal cuore nero pulsante di londra. quel cuore dove si incontrano europa e sud del mondo.

non c'è la devastazione atomica di
burial, il suo suono seminale. c'è un'allegria cupa che aleggia nel circolo. un'esaltazione drogata. un'euforia triste. una creatività e un coraggio nell'accostare suoni che è rara.

diamo il mondo in mano a questi ragazzini.


sembro un vecchio.


oh, ma io ho 33 anni, anche io sono un ragazzino.

posso partire per la conquista del mondo!

giovanni sollima live@auditorium parco della musica, roma

giovanni sollima è un violoncellista di palermo. avrà 45 anni, forse qualcuno di più.

l'ho visto suonare per la prima volta una sera di tiepida primavera in una piazzetta della kalsa, a palermo, vicino all'antica focacceria san francesco. avevo un panino ca meusa (maritato!) in mano e cercavo di bermi una birra.

su un palco buttato là un po' a caso, in queste cose palermitanamente cialtrone, ma sublimi, gs insieme a un gruppo di giovanissimi violoncellisti, senza amplificazione, improvvisava un concerto in sostegno di rifondazione comunista (ancora esistente) prima delle elezioni che portarono al potere l'ultimo sciagurato governo prodi.

tralasciamo la politica nella sua melma puzzolente, e parliamo di gs: un concerto assurdo, quello a palermo. oltre a pezzi scritti da lui che regalano alla musica contemporanea italiana un compositore al livello di stefano bollani, o ludovico einaudi, gs tira fuori una vena di follia incontrollabile eseguendo, solo con archi, enter sandman dei metallica, purple haze di jimi hendrix e human behaviour di bjork, quest'ultima solo violoncello e la voce di una ragazza, che poi abbiamo scoperto essere la figlia diciannovenne (allora) di gs. impressionante. goffo, scoordinato, cialtrone e sublime come la città da cui proviene, gs ti penetra e coinvolge come un artista rock. mai vista una cosa del genere.

ieri sera, romaeuropafestival ha deciso di chiudere l'edizione 2008 proprio con un concerto di gs. situazione molto più istituzionale, con fighettame radical chic romano in sala, gs sempre cialtrone e sublime, come la sua palermo. un'orchestra d'archi composta da ragazze e ragazzi giovanissimi, un direttore pazzo, una violoncellista brava e intimidita dalla foga rock 'n roll di gs. bravissimi, strepitosi eccezionali, punk. a lui cascano gli spartiti continuamente, come si muove fa cadere un leggìo, cammina imbracciando il violoncello in giro per quella piazza d'armi che è la sala santa cecilia. incredibile il pezzo suonato a quattro mani su uno stesso violoncello da lui e lei. un rapporto sessuale impetuoso tra i due.

detto ciò, nella sala santa cecilia si sente male. sarà bella, sta roba di renzo piano, ma se non si sente ci sarà un motivo. i musicisti hanno microfoni e spie!! in una sala da concerto!! per questo motivo e per la grandezza eccessiva della sala, la potenza di gs e dei suoi compari un po' si disperde nell'aria. ma tant'è, è comunque travolgente.

amo palermo (per tanti motivi...) e la sua cialtroneria e il suo splendore. amo, quindi, gs.

10.12.08

evoluzioni di facebook




facebook è un buco nero che si mangia tempo, spazio e curvatura di entrambi.

sembra allo stesso tempo uno scrigno di ricordi nascosti nei meandri della memoria e uno strumento di evoluzione contemporanea di possibilità e opportunità non ancora comprese fino in fondo.

chi non ha trovato compagni delle elementari, gente che non vede e non sente da anni, personaggi che riemergono da un passato sepolto?

con facebook, persino il più cinico e incazzato è disposto a scendere a patti con il proprio passato. persino il più impegnato trova un quarto d'ora al giorno (almeno) per rendere noto ai suoi amici il suo presente. persino il più vetero e rétro comincia a immaginare il proprio futuro e imparare due cazzate da fare su fb.

fb inghiotte i blog (compreso il mio, cazzo...). inghiotte ore e ore di tempo. rilancia memorie.

il punto interessante da capire è: com'è che tutti siamo messi così male da ricercare e voyeuristicamente infilare il naso negli affari degli altri, in modo così morboso?

a me non me ne frega nulla degli affari degli altri. a me diverte dialogare con le persone e riallacciare dei rapporti di amicizia persi. e questo fb ti aiuta a farlo.

fb morirà presto, sono certo, rimpiazzato da qualche altra evoluzione. ma non importa, il suo lo ha fatto.

tutto il resto è fuffa.

ps. che stronzata di post....

29.11.08

i guns 'n roses

ho ascoltato chinese democracy dei guns 'n roses e una cosa appare evidente: sono pazzi.

ci hanno messo più di 10 anni per partorire un mostro. un disco inascoltabile.

urletti alla axl senza senso. tentativi di avvicinamento al già orrendo nu metal. assoli improbabili di slash rimasti legati a un passato morto e sepolto. ballate imbarazzanti.

e pensare che io, quando ero piccolo, ero un loro fan sfegatato. il primo disco in assoluto che ho comprato, in vinile, nel 1989, è proprio appetite for destruction: ancora adesso, se lo metto su, non posso fare a meno di cantarlo tutto a memoria a squarciagola.

comunque, simpatici non lo sono mai stati. gli eccessi da rock 'n roll band erano eccessivi. la trasformazione di axl col successo di use your illusion fu intollerabile, con quel kilt o quella gonna di pelle inguardabile. ma mi piacevano. erano rock.

mi piace ricordarmi quando cercavo di imparare l'attacco di sweet child 'o mine con la chitarra elettrica. il concerto allo stadio delle alpi.

mi piace ricordarli in quella situazione vintage hard rock, in cui bevevano e si drogavano.

ora non sono più niente, e questo disco lo dimostra.

ma io li voglio ricordare come nel video di sweet child 'o mine.

27.11.08

vladimir luxuria è il nostro/la nostra obama



in effetti, incarna l'uomo nuovo e contemporaneamente la donna nuova. metà obama, metà hillary.


se la nuova sinistra vuole partire da vladimir luxuria perchè ha vinto l'isola dei famosi, allora vuol dire che siamo lontani anni luce, ma milioni di anni luce, dalla creazione di un nuovo soggetto che possa dire qualcosa di sinistra in italia.


vladimir luxuria è una ragazza intelligente, sensata, simpatica.

ma come fa la sinistra a rinascere dalle ceneri di una sconfitta così pesante puntando sull'isola dei famosi?

sono esterrefatto.

obama nasce da un percorso politico preciso, da un cammino determinato, da parole ispirate, dal tentativo di riunire un popolo diviso.


vl, per quanto possa essere intelligente, sensata, simpatica, è una attrice, una donna di spettacolo, che ha fatto un percorso parlamentare quasi inesistente, e soprattutto, per non perdere popolarità, e soldi, è andata a partecipare all'isola dei famosi.

obama si è costruito il consenso sul web, con la rete, sfidando l'establishment esistente alla casa bianca (anche se ora sta costruendo un team di clintoniani, comunque meglio di bush o di quello che sarebbe stato mccain...). vl si costruisce un consenso nazionalpopolare all'italiana con simona ventura. siamo allo sfascio.

dove dobbiamo andare e come può venire in mente a qualcuno, da un giorno all'altro, così, dopo la vittoria all'isola dei famosi, che vl possa essere la donna e l'uomo giusto per guidare la sinistra verso una propria costruzione?

qual è il senso di dichiarazioni come quelle di ferrero?


vuol dire aver ceduto al ricatto di silvio. mettetevi sul piano di silvio, e silvio sarà sempre il vincitore. non tanto silvio in sè, quanto la sua filosofia, il suo approccio, la sua mentalità, arrogante, populista, peronista, televisiva, fintamente ottimista. è questo che vuole essere la nuova sinistra? io non sono dei loro.

non ho parole.

24.11.08

cinars 2008



cinars 2008 - conference international des artes scéniques. ecco cosa significa.

il cinars non è un festival. è una fiera. il festival punta a mostrare il lavoro artistico dei creativi. la fiera punta a vendere i prodotti artistici.

in nordamerica, l'atteggiamento verso lo spettacolo (e la cultura) è business. se questo sia un male e/o un bene, è molto complesso dirlo. tendenzialmente sono portato a pensare che sia un bene. ma anche no. cercherò di essere più chiaro fra poco.


comunque, dato che si tratta di business, il concetto di festival "all'europea" è piuttosto estraneo.
cinars raccoglie operatori da tutto il mondo. ci si incontra a montreal, quebec, e si instaurano rapporti, costruiscono progetti, ipotizzano coproduzioni internazionali. è un punto di incontro per operatori, non per artisti.

si vedono anche spettacoli, o meglio, showcases: piantati dentro un teatro si assiste a 4 spettacoli alla volta, in estratti da mezzora ciascuno. un grande mercato dello spettacolo dal vivo, danza, musica, circo, arti multidisciplinari, teatro, con tanto di stand per le compagnie che "espongono" i loro prodotti.

è la seconda volta che ci vado. e nella mia piccola esperienza, il business si conciliava molto bene con l'arte. era il 2004, anno di spettacoli strepitosi: dal cirque eloize a les 7 doigts de la main, da holy body tattoo a linda gaudreau, da la helene blackburn ai lemieux, a cabaret decadanse.

danza, circo e teatro si fondevano in una realtà nuova che dava origine a una forma spettacolare e artistica innovativa, inesistente in europa.

a 4 anni di distanza le cose sembrano cambiate molto. non tanto per l'impostazione business, che rimane imponente, ben organizzata, competente (gli incontri con i rappresentanti del ministero della cultura e degli affari esteri sono deprimenti per un italiano: due uffici preposti alla diffusione della cultura canadese nel mondo, ognuno con un proprio responsabile per ciascuna arte, danza, teatro e arti multidisciplinari - persone chiare e competenti...proprio come da noi). insomma, avanguardia organizzativa.

purtroppo, dal punto di vista culturale e creativo, invece, deve essere successo qualcosa di devastante, perchè, su 25 spettacoli visti, 3 soli erano degni di un minimo interesse, ma neanche così straordinari da preparare le condizioni di una "importazione".

i 3 erano i soliti cirque eloize, les 7 doigts de la main e la compagnie flak (danza). i primi poetici e teatrali (anche se un po' sempre la stessa pippa), i secondi dissacranti, pop, peccaminosi, divertenti, i terzi concettuali, avant-gard, emotivi ed emozionanti, di grande impatto visivo.

per il resto, ballerine cubane gnocche ma trash, racconti imbarazzanti provenienti dalla costa pacifica del canada (van-kong, come è chiamata vancouver per le recenti immigrazioni massicce dalla cina), circhi finto tecnologici, ballerini imbarazzanti.

cosa è successo? che il business abbia prevaricato l'aspetto artistico e culturale del cinars, che comunque più che altro porta artisti canadesi al cospetto del mondo, anche snob, della cultura spettacolare?

non mi sono ancora dato una risposta. non capisco.

è come se gli stati uniti nella loro versione più bassa e nazionalpopolare avessero invaso i cugini tendenzialmente più colti, più profondi, più "civili".

è come se la decadenza culturale ed economica dell'occidente degli ultimi 10 anni si fosse espansa ormai ovunque.

siamo all'apice della crisi economica mondiale, e le roccaforti della cultura vengono piano piano smantellate. abbattute e poi riedificate, altrove però. lontano dal nostro mondo.

l'europa segue questa devastazione politico-economica, e prima di tutto, dico io, culturale. salvo alcuni casi di eccellenza che mantengono salde delle certezze.

ma il futuro si costruisce ripartendo dalla cultura. cultura e scuola, dico, sono le due ancore di salvezza. una cultura, una scuola, che insegnino la diversità e il multiculturalismo. almeno riusciremo a mantenere il passo con i luoghi dove veramente si svolgerà tutto: india e cina. lo so, banale, ma è così.

occorre rivedere l'impostazione della divulgazione della cultura europea, e occidentale. occorre che gli artisti aprano gli occhi su quello che sta accadendo nella società contemporanea. bisogna guardare al medioriente, all'estremo oriente. bisogna recepire la trasformazione del mondo che sta avvenendo. tra poco, cultura occidentale, europea, nordamericana, sudamericana, cinese o indiana, non ci saranno più. ci sarà una cultura umana universale, che avrà dentro di sè tutti gli elementi di quello che erano le "identità nazionali".

solo la cultura, e alla base la scuola, possono guidare questa trasformazione in modo pacifico, e sano. dobbiamo capirlo noi, gli artisti, i politici, i cittadini.

ho divagato. pardon.

ma tutto ciò era per dire che il prossimo festival, o fiera, a cui andrò fuori dall'europa, sarà a shanghai, o a pechino, o mumbai.

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22.11.08

cosa dovevo ancora scoprire di montreal



le ginocchia di maiale stufate.

ecco la cosa principale che dovevo ancora scoprire a montreal.

sono finito in un locale mangereccio a plateau mont royal, la binerie, e mi sono seduto. bancone, personaggi strani. sembra un osteria. piccola, scura, di legno.

mi siedo al bancone e guardo il menu del giorno. il francese quebecchese è per me incomprensibile. pero vedo la parola ragout, che mi suona familiare, e boulette che potrebbero essere polpette e ordino.

mi arriva un piatto pieno di ossa e grasso, con purè e carote.

l istinto è quello violento. dalla bocca dello stomaco mi parte una contrazione fortissima, e penso, ora sbocco.

ma io sono uomo forte. e chiedo in un francese stentato, di che si tratta. il ciccione dall altra parte del bancone, in un francese altrettanto stentato mi risponde roba incomprensibile, ma capisco ginocchia, genoux...

splendido, penso. proprio quello che volevo mangiare. un bel paio di ginocchia di maiale col purè.

attacco il grasso, cazzo. oh, pero...buono...e la carne...tenera! insomma, mi sono sparato con gusto tutta la roba che c era nel piatto.

è un po come mangiare il pane ca meusa. buonissimo. d altronde, adoro le frattaglie.

insomma, bella esperienza. piatto tipico quebecchese, ginocchia.

20.11.08

w i canadien


una citta' intera nelle mani dei canadien.

tutti i negozi hanno in bella mostra o una bandiera o una sciarpa o una maglitta dei loro idoli.

è proprio l'hockey a farla da padrone a montreal. si menano, imprecano, cascano con violenza sulla lastra ghiacciata su cui corrono con i pattini.

è uno sport da duri, l'hockey. non c'è tregua. nel football americano o nel rugby i momenti di pausa sono piu' frequenti. nell'hockey il ritmo è ossessivo e violento. pochi schemi, molte mazzate. molta tecnica di pattini, molto sangue, molti denti che saltano. mi ricorda quello sport assurdo in quel film, rollerball, con james caan.

cio' che piu' colpisce pero' è la devozione di una intera città alla stessa squadra. ci sono solo i canadien. noi, abituati alle sfide campanilistiche infracittadine, rimaniamo colpiti dalla fedeltà religiosa di montreal.

non c'è plasma in giro per la città che non proietti una partita di hockey. in tv non si parla d'altro. giocano 4 volte la settimana, quindi è un continuo ossessivo martellamento mediatico hockeystico.

ma io non mi faccio influenzare, sono solido rispetto al tartassamento televisivo. ho vissuto in italia negli anni 80, ne so qualcosa.

la tv non mi influenza, il trash mi rimbalza addosso, non me ne frega niente.

ho fatto pero' un saltino in un negozio di sport. e mi sono comprato:

mazza da hockey
il disco da hockey
2 magliette, sciarpa e cappellino dei canadien
una maglietta originale della squadra, proprio quella per giocare
portachiavi con simbolo dei canadien
mutandoni rossi dei canadien
mutandoni dei canadien in versione blu
calzettoni rossi e blu dei canadien
protezioni originali da hockey per gli stinchi
caschetto dei canadien

speso: 600 dollari.

che me ne faccio?

se qualcuno mi viene a prendere lunedi' all' aeroporto lo capisce...

ma a me la tv e il martellamento pubblicitario mi rimbalzano.

11.11.08

dj rupture - uproots e dusk+blackdown - margins music

il suono delle città del mondo parte dalle strade. che sia rock and roll, che sia musica elettronica, che sia qualunque cosa, si parte dalla strada, dal basso, per fare della musica una cosa necessaria e urgente. forse questo capita per tutte le forme d'arte. per lo meno molto spesso.

la musica elettronica, ora fenomeno hi-tech diffuso in tutto il mondo, inizia dal basso. alcuni dei momenti più incredibili della storia della musica elettronica partono dalla strada, altri dalle stanzette chiuse di qualche ragazzino che si sente solo.

la strada, come la musica elettronica, assorbe suoni. e li ributta in faccia alla gente modificati. come la lingua. come gli odori delle metropoli.

non si fa altro che parlare di meticciato e di multiculturalismo. ecco, la musica elettronica esprime queste due parole in maniera chiara.

parlo di due dischi straordinari che spiegano questa mia introduzione.

uno arriva dagli usa, è quello di dj rupture, newyorchese, campione del mondo di mixaggi. è diventato famoso con alcune delle pagine più strepitose di una musica elettronica ariosa e aperta, che mischia reaggae, musica caraibica e sudamericana, soprattutto espressa in special gunpowder, suo disco più noto. con questo uproots, il focus risale alle radici, appunto, e, pur mantenendo l'interesse per il reaggae, inserisce suoni che arrivano dal nordafrica, voci islamiche, immagini sonore che corrono nel vento del deserto. un lavoro lungo, complesso, spaventosamente vario, interessantissimo e molto piacevole da ascoltare e da ballonzolare.

l'altro disco arriva invece da londra, che sembra essere in questo momento la città più forte nell'innovazione musicale in ambito elettronico. dopo i suoni postatomici dei bassifondi londinesi espressi da burial, dusk+blackdown, in margins music, la musica dei margini della società, ingloba le generazioni indiane e mediorientali che ormai hanno creato una realtà parallela (poco integrata?) e le risputa sottoforma di una musica magmatica, profonda, calda, inquietante, palpitante. sentitevi il pezzo con video che ho caricato qua sopra e capirete cosa voglia dire. io quando lo ascolto non riesco a stare fermo. c'è dentro il breakbeat, il dubstep, gli echi della musica caraibica, e poi, appunto, l'india, il medioriente.

il meticciato. che brutta parola. il mondo che cambia (avete visto i manifesti del pd con obama e sopra scritto "il mondo cambia"?...obama pare un candidato del pd...ma noi abbiamo veltroni...in italia obama non potrebbe manco votare...forse gli prenderebbero le impronte digitali...).

a me pare un mondo nuovo, che si esprime prima di tutto attraverso la cultura, musicale, letteraria (leggete vikram chandra, o junot diaz), teatrale (tranne che in italia).

mi piace così tanto.

5.11.08

president obama

il mio pensiero vola immediatamente a pianezza, dove vengono cuciti i pantaloni che indossa obama. e penso a quello scemo del mio amico che glieli cuce addosso con le sue manine e a quello che avrà pensato quando leggeva le proiezioni sull'indiana e la virginia questa notte.

probabilmente, nel concreto, cambierà poco nella presidenza obama. ma mentre scrivo questa riga, subito ci ripenso, e dico che il fatto che quest'uomo sia il presidente degli stati uniti è già un cambiamento epocale.

facile pensare, e dire, che sia normale. non è normale. è oltre. gli usa sono andati oltre ogni aspettativa.

obama non è nero. è americano. parla da americano, non da afro-americano. scavalca le pantere nere, che sono state polemiche con lui proprio per la sua eccessiva "debolezza" nell'esposizione del pride, orgoglio afro.

perchè tutti coloro che hanno sostenuto obama, anche in europa, sino ad ora, con questa vittoria si sentono così speranzosi? la parola hope è quella che circola di più in queste ore sul web.

da gennaio, obama dovrà fronteggiare il disastro economico del suo paese, i rapporti con l'iran, le guerre in iraq e afghanistan, le relazioni con l'asia e con l'africa (quest'ultima si aspetta molto da lui, in tema di nuovi rapporti, per lo meno). cosa farà?

io non lo so, non lo posso sapere.

ma cerco di immaginare: obama ha 43 anni, è giovane, un intellettuale, è bello, dinamico, sa parlare benissimo in pubblico, ha ricevuto accuse di socialismo (magari lo fosse, aggiungo io...). prescindendo dal fatto che è nero, da quello che pare, da quello che dice, potrebbe fare bene.

questa speranza, cos'è?

è qualcosa che sta sotto alla vicenda concreta delle cose da fare da presidente. è la realizzazione di un sogno multiculturale. cascano tutti i paradigmi razzisti su cui si sono formati gli usa. su cui ancora vive l'europa.

un meticcio, di padre africano, di madre bianca, che ha parenti su 3 continenti del mondo, rappresenta pienamente quello che sono gli stati uniti oggi. e quello che sta diventando tutto il mondo. è la fine dell'idea che l'identità nazionale sia legata alla razza. esiste solo la razza umana, diceva einstein.

la società contemporanea è multiculturale. è meticcia. tutto il resto, tutte le parole sull'immigrazione, sul relativismo che sarebbe cattivo, sono vane. non servono.

se negli usa si è esplicitata, finalmente, questa straordinaria ricchezza che deriva dalla differenza, allora la speranza, hope, è che questo possa avvenire ovunque. anche nella vecchia europa. anche in questo paese a brandelli che è l'italia. guidata da un semi-dittatore (meglio un dittatore vero!), nano, finto, settantenne, vecchio, come vecchi sono tutti coloro che hanno potere in questo paese.

ecco la speranza qual è.

e chi si chiede perchè obama abbia incantato mezzo mondo, pensi proprio a questo, a cosa rappresenta la sua figura meticcia: al superamento di uno status quo mondiale concretamente razzista, fondato sulla paura, sul potere fine a se stesso.

cosa farà, lo vedremo e lo giudicheremo. quello che ha fatto sin ad ora, cioè riqualificare la democrazia americana (e mondiale) attraverso, finalmente, il senso della partecipazione, (che parola straordinaria), della comunità indipendente dalle razze, e trascinare un popolo, quel popolo, verso una nuova coscienza di sè, umana, non razziale, è una specie di miracolo.

vi pare poco?

l'unico ultimo pensiero che mi viene, ora come ora, è: vi prego, americani, salvateci un'altra volta, invadeteci!

4.11.08

wall-e

la prima mezz'ora di wall-e è così poetica e commovente da essere, solo lei, un piccolo capolavoro cinematografico. qualcuno ha parlato di charlie chaplin in tempi moderni. io parlo di straordinari sceneggiatori. e trascuro la parte tecnologica, che ormai è in grado di riprodurre a un livello impressionante la realtà modificata dalla fantasia.


però non vorrei tanto parlare nello specifico di wall-e. è un film straordinario, con una sceneggiatura pazzesca, in particolare quella prima mezz'ora di grande cinema. poi diventa un po' action movie, ma comunque funziona alla grande, ti tiene in attesa e curiosità fino alla fine. i rimandi a 2001 sono molti, così come quelli ad E.T.

ma quello che mi interessa di più è cosa significa il successo di questo film. provate a pensare ai grandi film popolari (hollywoodiani) degli ultimi 10 anni. sono di genere. dei buoni thriller, dei buoni action movies, dei buoni fumettoni. teniamo fuori il cinema d'autore, che è comunque di nicchia.

tra questi grandi filmoni hollywoodiani, il cinema di animazione è, direi sicuramente, la cosa più interessante che c'è. in primis la pixar. sceneggiatori e registi della pixar, oltre che disegnatori, grafici, esperti di tecnologie, sono tra i più straordinari creativi che ci siano in giro per il mondo. e regalano al cinema tutto, non solo al cinema di animazione o a quello per ragazzi, al cinema in generale, momenti di poesia e di arte che, in blockbusters come questi, non si trovano.

se leviamo il cinema d'autore, appunto, cosa c'è di interessante e di "artistico" nel mondo cinematografico? qualcosa di veramente globale e artisticamente qualitativo?

sensibilità, poesia e arte caratterizzano questa nouvelle vague del cinema, guidata dal cinema di animazione, che si è impossessato di artisti, e non solo di professionisti del cinema.

arte. (guardate i titoli di coda di wall-e). e grandi soldi. questo fa la pixar. chi altri sa coniugare così bene arte, cultura, qualità e denaro? secondo me nessuno.

chapeau.

30.10.08

studenti

come napolitano, anche la raffa nazionale ha lanciato un monito dal suo palcoscenico televisivo: auspico che ci sia dialogo tra studenti e ministero.

alla scuola di amici fnon interessa lo sciopero generale che oggi sta occupando le città italiane immobilizzando il traffico e facendo bestemmiare chi deve entrare in centro per lavorare.

ieri notte mentana ha lanciato un servizio in cui si mostrava l'intolleranza dei cittadini romani, avidi di lavoro (ve lo immaginate??), che non riuscivano a entrare in centro per fare le consegne o commissioni urgentissime.

questa è la comunicazione del nostro paese sudamericano.

neanche una trasmissione tv sui temi del decreto, ora legge, gelmini. non si sa di cosa si parla. quindi, facilissimo dire: facinorosi studenti di sinistra che non hanno voglia di studiare.

io sono con gli studenti, in piazza.

quello che è successo ieri a campo dei fiori, quel nugolo di fascisti appoggiati dalla polizia che hanno trasformato la manifestazione in un campo di battaglia, le parole di cossiga, tutto questo non è degno del '68 o del '77, ma di un paese governato da un regime totalitario. questa si chiama strategia del terrore.

io spero che siano proprio gli studenti, insieme con il nostro appoggio da ormai ex-studenti, a cambiare le cose in questo paese.

27.10.08

25 ottobre

ebbene sì, contro ogni previsione su me stesso, sono stato alla manifestazione del pd.

per due motivi.

il primo: in questo periodo, quando si può manifestare contro il governo, o meglio, contro la cultura di questo governo, è dovere morale farlo.

il secondo: la curiosità di vedere quanta gente ci fosse mi rosicchiava e sentire quel paraculo di veltroni pure.

risultato: di gente ce n'era. molta. non so quanta. più di quella famosa di cofferati contro l'abolizione dell'art. 18? c'ero anche a quella, ma non mi ricordo...comunque c'era un botto di gente.

cominciamo dal secondo punto: veltroni è un paraculo. confermato. tutto e il contrario di tutto. dice cose che non ha fatto come se fossero ovvie. usa tutti i simboli della falsa sinistra. sembra l'imitazione che faceva guzzanti, e qui sopra vi metto un video profetico. ovvietà, questo dice veltroni. parole e vuoto. ci sono i precari. ma va? bisogna ripristinare la legalità. grazie al cazzo. un po' come cicciolina quando era in parlamento e predicava l'amore per tutti. comporre i contrasti. una manifestazione per costruire, ci dice veltroni. ma vaffanculo.

per la verità non ho fatto il corteo. era troppo per me. mi sono limitato a presentarmi al circo massimo alle 17, per vedere, dare un'occhiata, sbirciare, insultare veltroni.+

la gente è piuttosto imbarazzante: a parte lo staf dell'establishment che è sempre lo stesso, cazzo ma rutelli non lo potevano almeno cacciare? calearo, fassino, d'alema, la melandri, la finocchiaro, questa gente distante anni luce dai cittadini. gente che vive in un mondo suo, insieme a mastrandrea e a favino. questa roma radical chic, merdosa.

ci sono un po' di persone deluse, che cercano delle parole di cambiamento, concrete. se ne vanno.

altri sono attratti da silvio muccino che ascolta veltroni. che paese siamo diventati? quale speranza abbiamo?

rabbrividisco. sta per piovere. me ne vado a casa.

the mist

il problema è che da stephen king non si scappa. hai paura, ma se inizi a leggerlo non ne esci. una spirale sadomaso ti fa rimanere impigliato alla violenza perversa che quell'uomo riesce a tirare fuori.

io sono rimasto impigliato a sk per diversi anni, dai 15 ai 20, circa. contemporaneamente a tutta quella letteratura horror che nasce da edgar allan poe, come h.g. wells, lovecraft, ecc.

la prima cosa in assoluto che ho letto è stato proprio la nebbia; non un racconto, neanche un romanzo. un romanzo breve? in italia raccolto insieme a un sacco di altra roba sparsa in un volume intitolato scheletri.
la lettura di la nebbia durò una notte di terrore. che non scorderò facilmente.
così come non scorderò facilmente la lettura di l'ombra dello scorpione, le notti di salem (forse in assoluto il più pauroso), pet sematery, ossessione, carrie, shining, it....

quando si parla di sk e delle trasposizioni cinematografiche si casca volentieri nel luogo comune che dice che i film usciti dai suoi libri sono delle cazzate, a parte shining dove c'è di mezzo un certo kubrik.

è un luogo comune, ma ha in sè della verità, con delle eccezioni:

- il cimitero dei morti viventi, tratto da pet sematery, è una cazzata;
- it, il film, è una cazzata;
- carrie, è buono (è di de palma)
- christine la macchina infernale, è discreto
- il miglio verde è una cazzata
- misery non deve morire, è buono
- la zona morta è molto figo (è di cronenberg)
- stand by me è molto figo

sono quelli che mi ricordo, o che ricordo di avere visto.

sk non manca certo di sapiente capacità narrativa e visionarietà, quindi è anche scontato che tutti provino a immaginare dei film dalla sue idee. ma i suoi testi sono anche così pieni di livelli di lettura che, veramente, sono pochi quelli che hanno centrato nel segno.

rimango sempre piuttosto stupito quando penso all'avventura di shining, al fatto che sk non approvò il lavoro di kubrik. è vero, il romanzo è molto diverso dal film. ma l'atmosfera che ne viene fuori, dal film dico, è così kubrikianamente rivoluzionaria, che non riesco a capire le motivazioni dell'autore. invidia?

comunque, già fu fatto un orrendo film da la nebbia, the fog. inguardabile.

questo the mist invece non è niente male. tiene sul filo, fa una bella metafora della società americana, è piuttosto pessimista ma gestibile, mantiene una tensione alta per tutto il tempo. meno spettacolare di la guerra dei mondi, ma meglio studiato, più approfondito, più horror, più cattivo, più esplicito. un omaggio ai grandi autori cinematografici della fantascienza e del'horror subito dall'inizio, una bella interpretazione di attori semisconosciuti.

il maestro ne sarà contento.


21.10.08

bill viola - visioni interiori

la mostra di bill viola al palaexpo è un buon motivo per farsi un week end a roma. consiglio di farlo entro il mese di ottobre, quando il sole è ancora caldo, le foglie si ingialliscono, l'abbacchio se magna con più piacere.

bill viola è un po' italiano, ma è nato e sempre vissuto a new york. considerato, come si legge nella sua biogafia, pioniere della videoarte ma più in generale dell'arte contemporanea, bv mostra una capacità di "espressionismo" dell'immagine che lascia secchi.

non sono un critico d'arte, non sono un critico di niente, ma per fare vagamente capire di cosa si tratti, mi vengono in mente delle associazioni che vi butto lì a caso: vermeer, pittura cristiana del 500, david lynch, pina bausch...come si legano queste cose? non ne ho la più pallida idea, ma assistendo alla mostra che per 3/4 è al buio, mi galleggiavano in testa queste immagini.

metto un video qui sopra della biennale di venezia, dove avevo già visto la sua ultima creazione ocean without a shore, che conclude anche la mostra visioni interiori.

un mondo sommerso, anime che vagano al di là di uno specchio/video, il contatto dell'uomo con gli elementi di base, morti e risorti, fantasmi, angeli caduti e resuscitati. il buddismo di bv viene fuori in maniera così elegante che non ci pensi. i video-quadri sono di una precisione che ricordano anche antonello da messina, nella definizione del dettaglio. come se un pittore medievale fosse stato catapultato nel xxi secolo per 40 anni, avesse appreso tutte le conoscenze tecniche e le avesse rappresentate in questo percorso che indaga l'animo umano, il dolore, la vita, la morte, la vita dopo la morte, la paura del ritorno, il ricordo, la fragilità del confine tra vita e morte e tra diverse dimensioni.

i riferimenti alla pittura cinquecentesca sono tantissimi: le luci, le ombre, le espressioni, i colori, le posizione dei soggetti/interpreti (non solo modelli, ma attori veri e proprio, oppure persone normali?)

infine, voglio dare una menzione speciale ai soggetti/interpreti: visi, corpi, fisici che nella loro naturalezza umana sono unici, espressivi, emotivi. per questo mi è venuta in mente pina bausch: perchè l'espressività di un corpo, di un viso, di un movimento, con bv, così come con pb, diventa arte. la vita, la morte, la vita dopo la morte diventano arte contemporanea.

un bel week end artistico a roma, non ve lo dovete far mancare.

14.10.08

amore omosex

{B}Silvio e George, baci e abbracci{/B}

amici intimi, così amici che si sono baciati e abbracciati più di 50 volte durante la visita di silvio a w.

non capisco come mai allora due cattoliconi di destra come loro facciano tanto gli schizzinosi sulle coppie gay. oppure è una diretta conseguenza di essere cattolici e di destra...bisogna ragionarci su.

comunque, i due micioni di stato hanno fatto le fusa per giorni. silvio non poteva fare a meno di salutare l'amico w. ormai sul viale del tramonto.

hanno cantato e ballato insieme promettendosi reciprocamente un week end romantico in sardegna, accanto al vulcano di silvio, come una bollente metafora.

si sono anche sdraiati sul podio della cena di gala che w. ha offerto a silvio, non potendo resistere alla furiosa passione che li travolgeva.

d'altronde, bisogna capirli, si amano. e non finirà qui.

nonostante l'arrivo di quel terzo incomodo di obama.

ci pensarà sarah palin a cucinare loro un bell'alce da portarsi in sardengna per quel famoso week end.

d'altronde lo sappiamo: la politica è si fonda sul gossip...


12.10.08

ho detto basta!


con un esercizio di volontà ho deciso di dire basta ad amici.

basta con la tv urlata e urlatrice. con lo scontro e il litigio per il gusto dell'audience. non voglio più essere consapevolmente artifice della coppia defilippi-costanzo. non posso giustificare dei ragazzini che pensano di essere artisti dopo avere imparato il canto da grazia di michele o la danza da alessandra celentano.

non posso collaborare a far passare l'idea che stiamo dando una possibilità a dei talenti inespressi.

sono stanco di dover camminare continuamente su quel confine sadomaso tra fastidio/gustotrash/realeconvincimento.

certo...ci ripenso...

...e mi manca.

mi mancano steve e garrison con quelle loro ridicole coreografie. mi manca luca jurman con le sue teorie da "vocal coach". mi mancano i balletti di maura. le lotte tra la celentano e garrison. e poi, l'atmosfera del serale, con janko che insulta le ragazzine. quelle strepitose tre ore abbondanti di domenica sera, in cui maria gestisce il confronto sadico tra insegnanti e tra allievi, e tra le categorie. quella simpatica rissa tra "artisti" più giovani e più vecchi. quella sensazione di decadenza dei costumi (oh, mala tempora) che ci sta portando al collasso social-economico, ma da "artisti", da gente che vuole "realizzare il proprio sogno".

mi manca tutto questo. mi manca la ragazzina che non sa ballare ma sprizza sensualità e il cantante che gorgheggia manco fosse prince.

mi manca quel senso di fastidioso e terribile sfruttamento delle emozioni a favore della pubblicità.

mi manca sentire dire "canti bene, ma non dai emozioni".

ma devo resistere alla tentazione. emanciparmi dal concetto di bene e di male, come battiato.

non guarderò amici quest'anno, no!

mi consolerò con i bambini down ospiti di c'è posta per te.

11.10.08

burn after reading


non vorrei usare molte parole per descrivere questo film.

prendete non è un paese per vecchi, giratelo come se fosse una banconota in trasparenza: guardate le filigrane, i colori, tutto è uguale, gli elementi identici da una parte e dall'altra. ma adesso ce l'avete in mano al contrario.

ecco, burn after reading è l'altra faccia di una banconota trasparente, il cui altro lato è non è un paese per vecchi.

stessi elementi, mood opposto.

caustico, ironico e contemporaneamente tragico e violento, bar uccide di risate, mostrando un'immagine degli usa e del mondo occidentale ridicola, tragicamente divertente e ironicamente triste.

mi pare evidente che siamo al cospetto di due geni che riescono a mescolare ingredienti così diversi. dalla commedia politically incorrect, ai problemi del gossip, allo status di una cittadinanza ormai appiatita nel luogo comune.

strepitoso brad pitt nel ruolo dell'insegnante di palestra scemo, george clooney imperdibile, grandissima frances mcdormand.

non perdetevelo.

6.10.08

contro il razzismo

sabato scorso, dopo più di un anno, sono andato in piazza per la manifestazione contro il razzismo.

l'ultima volta che ero sceso in piazza era per manifestare contro la guerra, durante il governo prodi.

dopo quell'esperienza assurda, avevo deciso che per un po' me ne sarei stato a casa. e così ho fatto. in quella manifestazione contro la guerra, il popolo anti-guerra si era schizofrenicamente diviso tra una piazza della "sinistra" organizzata in piazza del popolo, e una "dei movimenti" in corteo tra piazza repubblica e piazza navona. il risultato fu una piazza del popolo vuota, ma davvero vuota, e un corteo pieno di gente. io ero passato dalla piazza vuota al corteo. quella manifestazione, ai miei occhi, rappresentò lo strappo finale tra la società civile dei movimenti e la politica.
non che mi dispiacesse, ma lo schifo della politica mi aveva turbato irreversibilmente, e quindi, basta manifestazioni.

detto ciò, negli ultimi mesi, con il nuovo governo, sono stati ignorati, come è successo anche durante gli altri governi berlusconi, alcuni principi fondamentali come l'uguaglianza davanti alla legge, il rispetto dei diritti umani e altro. questo clima di intolleranza cominciato con le impronte digitali dei rom e proseguito con il seminare il panico nelle città, è sfociato nella "legittima difesa" di alcuni che si sono fatti giustizia da soli come nel far west, e altri che vivono veramente nel far west, come i camorristi di castel volturno, che hanno fatto una strage di gente prevalentemente innocente. tutto ciò a scapito della vita di una decina di persone di colore. una strage razzista.


sabato sono sceso in piazza con convinzione. ma anche con la convinzione che ci sarebbe stata poca gente. invece di gente ce n'era. e in modo impressionante quasi priva di bandiere. certo, c'erano i centri sociali e gli anarchici. ma c'era anche emergency e gruppi della società civile. niente bandiere politiche, o pochissime.

bello.

questo segna un percorso per la ricostruzione. dà un segnale. basta partiti.

ma 15.000 persone in un paese da 60milioni non bastano proprio.

1.10.08

luoghi comuni 2.0

ecco qui il gioco dell'autunno.

l'evoluzione del luogo comune. ma anche un modo di raccogliere luoghi comuni utilizzando lo sviluppo 2.0 del web, cioè il social network e la partecipazione attiva.

si inizia con un piccolo gruppo di amici a buttare giù cazzate, e poi ne vengono fuori tantissime, di cazzate, forse pure troppe. alcune però sono davvero esilarante.

se volete partecipare a scrivere i luoghi comuni del nuovo millennio, potete utilizzare il commento a questo post.

regole: non sono autorizzati i luoghi comuni di prima generazione, quelli vecchi (non ci sono più le mezze stagioni, la verdura ormai è acquetta...ecc...).

ecco qui quello che è venuto fuori fino ad ora:

Bella Venezia. Ma non ci vivrei mai.

A livello musicale, dopo gli anni 70 non è stato inventato più niente.

Chi non ha il cane, non può capire. Io sono un tipo tranquillo, ma quando mi incazzo...

Non ho niente contro i gay, basta che non ci provino.


Però la Guinnes a Dublino è molto più buona.
la guinness a dublino !E'! più buona!!!!nella fabbrica della guinness!!!come un filetto di vitella!!!

Comunque la Coca Cola in bottiglia è molto più buona.


Non credo in Dio, ma ho fatto un mio percorso interiore.

Del resto i tassisti sono tutti degli stronzi.


Le zanzare in campagna sono molto più intelligenti.


Il caffè a Napoli è così buono perchè là hanno un'acqua speciale.

Ormai non smazzo più, vendo solo agli amici.


Si ma io guardo solo il telegiornale.


Quando sto per morire mi faccio una pera di eroina, giusto per provarla.


Avere i calzini e non averli.

Vado a fare il driver delle modelle così poi me le faccio.


Guarda che la pasta l'hanno inventata i cinesi...


Il filetto della banana essicato che sballa di brutto.


Scusa se ti interrompo...

Berlino non è Germania


Della Francia solo Parigi


A Londra, si sa, si sta poco


Seee, questo l'ho visto a londra 2 anni fa...


L'infradito io solo in spiaggia


Hai visto che bella la nuova cinquecento?

si ma vuoi mettere la cinquecento vecchia?


Londra fighissima, ma non ad agosto. é piena di italiani.


Eh, ma gli italiani ormai sono dappertutto.


Comunque all'estero, un italiano lo riconosci subito da come è vestito.


Comunque il Salento non è Puglia.


I Metallica ok, ma fino al Black Album.


Geniale.


Sbattimento.


Hola.

Besos.


Noi non eravamo così svegli. Ma lo vedi oggi a 15 anni come vanno in giro?


In Sudamerica. Saranno anche poveri, ma han sempre il sorriso sulle labbra.

Alto Adige, posto di merda. Gli parli in italiano e ti rispondono in tedesco.

Vado a Londra, ho un amico che mi ospita.


A Oslo son le tipe a saltarti addosso. Non come qua.


Ormai il vino buono, solo dai contadini.


Dopodomani sgomberano il Leoncavallo.


Comunque le Marlboro Rosse nel pacchetto morbido son le migliori.


Le magliette con le stampe ormai le fanno tutti.

Alla fine al cinema è meglio andarci da soli.


il cinema di pomeriggio è molto più figo.


Non so se avete notato che non si vedono cinesi vecchi...

Il problema di Roma sono i romani.

comunque, oh, mille lire sono diventate un euro.


elio e le storie tese sembrano dei coglioni, ma suonano da dio.


barack obama cambierà le cose negli usa.


guarda che respirare l'aria di milano equivale a fumare 7 sigarette al giorno.


il fumo passivo fa più male.


Il salento è la nuova Ibiza.

tanto nel 2012 c'è la fine del mondo.

i cellulari fanno venire il cancro se sapevo disegnare....

beh ma se ti impegni il lavoro si trova


col vinile la musica suona molto meglio


comunque la bibbia è il più grande libro di tutti i tempi


tanto ormai i cartoni animati sono tutti fatti al computer


alla fine se fai lo psichiatra un po' matto lo devi essere


comunque se leggi la bibbia e il corano ti rendi conto che sono identici


il mare più bello è in sardegna.


comunque anche la corsica non scherza un cazzo.


sì, ma google è come il grande fratello.


certo che certa gente parla solo per luoghi comuni e sentito dire


alle maldive a natale ci vanno solo i macellai.


No, io non mi sballo, non bevo e non fumo. Sono già fuori di mio.

Basta con la vita in città, stress, traffico, troppo lavoro.

Vado alle Maldive e apro un baracchino di gelati in spiaggia.


a napoli la gente butta la spazzatura dalla finestra.

Alla fine, l'italia senza il sud sarebbe il paese più ricco del mondo.


poi però ad agosto i milanesi tutti al sud

il problema del motorino è che sei tu a dover stare attento agli altri.


in realtà è oggi...è passata la mezzanotte.

30.9.08

control

è il maggio del 1980 quando ian curtis si impicca in casa sua lasciando moglie, figlia e amante, oltre a una pletora di fan che sarebbero cresciuti esponenzialmente nel corso del decennio che stava incominciando.

control racconta la storia, breve, di ian curtis, morto a 23 anni suicida. e lo fa come se fosse una jam session dei joy division, con la stessa freddezza apparente, con lo stesso ritmo lancinante, con le stesse parole di solitudine.

dal matrimonio con debbie ai concerti di david bowie e dei sex pistols, dalla formazione dei warsaw che poi diventeranno joy division, ai primi fallimentari concerti, all'epilessia, dalla relazione di ic con annik, fino all'epilogo, il film segue e racconta in un bianco e nero espressionista l'evoluzione del protagonista e del gruppo.

quello che colpisce di più è la bravura del regista nel raffreddare le immagini esattamente come è fredda la musica. i personaggi si muovono nel vuoto, i dialoghi sono minimi, la musica rimbomba come se fosse sempre suonata in uno spazio chiuso e claustrofobico. esattamente come i dischi dei joy division: ritmi e chitarre gelide, voce ultratombale (ic adorava jim morrison), semplicità disarmante delle melodie, implosione.

ed esattamente come la musica dei joy division, tutto questo gelo nasconde sotto di sè la forza, l'energia, la comunicatività di mille vulcani che scoppiano: gli attacchi di chitarra più coinvolgenti della storia della musica, una voce che ti spacca la testa, una ritmica lancinante che rompe tutte le barriere emozionali e fa uscire "fuori controllo". così nel film, il raffreddamento narrativo nasconde la incredibile passione, il romanticismo, l'incapacità di rapporto con le donne che hanno portato ic alla depressione e poi alla follia, fino ad arrivare al suicidio.

passioni fortissime per una donna che è moglie, madre e badante e rappresenta per lui il luogo comodo e protetto in cui rifugiarsi, e un'altra che è amore, sesso, coinvolgimento emotivo. lasciare moglie e figlia non se ne parla, significherebbe cominciare un percorso sconosciuto che ic non è in grado di affrontare. e dunque il tentativo, impossibile, di reprimere, schiacciare, dimenticare, rimuovere che lo condurranno all'aggravarsi dell'epilessia (che viene incredibilmente fuori nei suoi movimenti sul palcoscenico, isterici e così "anni 80") e poi alla follia.

inutile che io ricordi qui l'importanza di un gruppo come i joy division che alla fine degli anni 70 diedero il via al fenomeno post-punk, mischiando appunto il punk con il glam: finiti i sex pistols, i joy division prendono quella musicalità e la fanno diventare seminale e implosiva incominciando, con soli due dischi, la svolta che porterà allo sviluppo della musica inglese anni 80.

senza joy division non sarebbero mai esistiti i cure, gli u2, i depeche mode, gli smiths e morrisey, i sisters of mercy, siouxsie, molta dell'elettronica anni 80, tutto il fenomeno dark e gothic, per arrivare ai giorni nostri a gruppi straordinari come mogwai, junior boys, interpol...

ic è morto nel maggio del 1980 a soli 23 anni nella fredda provincia di manchester, impiccato. lascia una moglie, una figlia e un'amante, e un segno indelebile nella storia della musica.


28.9.08

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la piega di una moto arriva intorno ai 30°, e al gran premio di motegi, in giappone, questa mattina alle 6.30 ora italiana, quei 30° si ripetevano molte volte lungo tutto il percorso che, nella sua curva più difficile porta moto e piloti a shock di velocità, passando dai 290 km/h ai circa 70 km/h in staccata. così come in tutti gli sport ad alto livello, anche nel motociclismo le differenze tra una moto e l'altra sono di un tale dettaglio che chi ne sta fuori non può fare altro che immaginarle. durante il mondiale 2008 che sta terminando, il gioco è stato giocato dalle minime differenze tra casey stoner e valentino rossi, che hanno determinato un solco (relativamente alle piccole differenza che citavo) tra loro e le altre moto e piloti.

piccole differenze, dicevamo. come in pulp fiction, quando vincent torna da amsterdam e racconta al suo compare le piccole differenze tra europa e stati uniti: "sai come chiamano un quarto di manzo col formaggio a parigi? royale col formaggio...", così i due hanno avuto paradossalmente quasi la stessa moto sotto il sedere, ma con alcune differenze. la desmosedici va fortissimo in rettilineo ma spesso si imbizzarisce sul misto, la m1 è solida e valentio la guida con eleganza. cs è apparentemente gelido e determinato, mostra in realtà difficoltà di concentrazione sotto pressione, sotto la pressione di valentino, che non fa altro che avvicinarsi a lui, da dietro, a 300 km/h, a meno di 20 cm. valentino allegrone simpaticone, è in realtà un cinico, privo di insicurezze alla guida, dotato di un talento che equivale circa a quello che era micheal jordan per il basket dei primi anni 90, molto superiore a tutti gli altri.


con quel viso da ragazzino dispettoso, valentino ci si è costruito l'immagine, che poi probabilmente è la sua originale. quella immagine è stata fortemente messa in discussione negli ultimi 2 anni dalle difficoltà in pista e fuori dalla pista.

oggi, quel viso non era più quello di quel ragazzino. era quello di un uomo, emozionato e fragile come non lo avevamo mai visto, che ha fatto i conti con la sua vita e il suo talento. è la prima volta che valentino vince un mondiale con una reale "fatica", lavorando ogni giorno su se stesso e sulla moto, sulla sua vita pubblica e privata. l'alieno rimane tale, ma è come se la sua dimensione personale si fosse fusa con il suo talento sovrumano sulle moto e gli abbia fatto fare un salto di qualità soprattutto personale, perchè per quanto riguarda la bravura, nessuno aveva mai messo in discussione nulla.

e allora, quel viso, per la prima volta veramente fragile ed emozionato, gli fa vincere secondo me il suo mondiale più bello. l'ottavo, nel 2008, più o meno alle 8 di mattina ora italiana. i cinesi dicono che l'8 porta fortuna, e forse questa sincronizzazione di numeri 8 ha fatto sincronizzare qualcosa nel pensiero di valentino, che si propone ora come un uomo nuovo. dal ragazzino mezzo ubriaco dopo la prima vittoria mondiale in 125 a quello che ho visto oggi a motegi, sono passati molti anni. ogni mondiale è stato entusiasmante, ognuno con delle piccole differenze, quest'ultimo è il più umano e il più credibile dal punto di vista del "campione valentino". come se si fossero riattaccati i cocci con l'attack, come se i pezzi del puzzle della vita, privata e professionale, di valentino, fossero tornati al loro posto, ma senza aria di restaurazione, in modo nuovo, per proporre una nuova immagine di sè.

scusate il ritardo, dice la maglietta che ha indossato oggi dopo la gara. tranquillo vale, ti abbiamo aspettato, ma ne è valsa la pena.