30.9.08

control

è il maggio del 1980 quando ian curtis si impicca in casa sua lasciando moglie, figlia e amante, oltre a una pletora di fan che sarebbero cresciuti esponenzialmente nel corso del decennio che stava incominciando.

control racconta la storia, breve, di ian curtis, morto a 23 anni suicida. e lo fa come se fosse una jam session dei joy division, con la stessa freddezza apparente, con lo stesso ritmo lancinante, con le stesse parole di solitudine.

dal matrimonio con debbie ai concerti di david bowie e dei sex pistols, dalla formazione dei warsaw che poi diventeranno joy division, ai primi fallimentari concerti, all'epilessia, dalla relazione di ic con annik, fino all'epilogo, il film segue e racconta in un bianco e nero espressionista l'evoluzione del protagonista e del gruppo.

quello che colpisce di più è la bravura del regista nel raffreddare le immagini esattamente come è fredda la musica. i personaggi si muovono nel vuoto, i dialoghi sono minimi, la musica rimbomba come se fosse sempre suonata in uno spazio chiuso e claustrofobico. esattamente come i dischi dei joy division: ritmi e chitarre gelide, voce ultratombale (ic adorava jim morrison), semplicità disarmante delle melodie, implosione.

ed esattamente come la musica dei joy division, tutto questo gelo nasconde sotto di sè la forza, l'energia, la comunicatività di mille vulcani che scoppiano: gli attacchi di chitarra più coinvolgenti della storia della musica, una voce che ti spacca la testa, una ritmica lancinante che rompe tutte le barriere emozionali e fa uscire "fuori controllo". così nel film, il raffreddamento narrativo nasconde la incredibile passione, il romanticismo, l'incapacità di rapporto con le donne che hanno portato ic alla depressione e poi alla follia, fino ad arrivare al suicidio.

passioni fortissime per una donna che è moglie, madre e badante e rappresenta per lui il luogo comodo e protetto in cui rifugiarsi, e un'altra che è amore, sesso, coinvolgimento emotivo. lasciare moglie e figlia non se ne parla, significherebbe cominciare un percorso sconosciuto che ic non è in grado di affrontare. e dunque il tentativo, impossibile, di reprimere, schiacciare, dimenticare, rimuovere che lo condurranno all'aggravarsi dell'epilessia (che viene incredibilmente fuori nei suoi movimenti sul palcoscenico, isterici e così "anni 80") e poi alla follia.

inutile che io ricordi qui l'importanza di un gruppo come i joy division che alla fine degli anni 70 diedero il via al fenomeno post-punk, mischiando appunto il punk con il glam: finiti i sex pistols, i joy division prendono quella musicalità e la fanno diventare seminale e implosiva incominciando, con soli due dischi, la svolta che porterà allo sviluppo della musica inglese anni 80.

senza joy division non sarebbero mai esistiti i cure, gli u2, i depeche mode, gli smiths e morrisey, i sisters of mercy, siouxsie, molta dell'elettronica anni 80, tutto il fenomeno dark e gothic, per arrivare ai giorni nostri a gruppi straordinari come mogwai, junior boys, interpol...

ic è morto nel maggio del 1980 a soli 23 anni nella fredda provincia di manchester, impiccato. lascia una moglie, una figlia e un'amante, e un segno indelebile nella storia della musica.


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