28.12.07

il teatro degli orrori


questa volta si parla di musica seria. e vera.


questi teatro degli orrori nascono dalle ceneri dei grandi one dimensional man, storico gruppo del rock alternativo italiano che con you kill me hanno segnato un passo decisivo.

il tdo, con il suo spettacolare disco dell'impero delle tenebre, cita birthday party, melvins, punk rock adrenalinico, ma soprattutto antonin artaud. sulla loro pagina di myspace spiegano infatti la loro voglia di rifarsi al teatro della crudeltà e prendono a piene mani sostenendo con aa che "lo spettatore che viene da noi saprà di venire a sottoporsi ad una vera e propria operazione, dove non solo è in gioco il suo spirito, ma i suoi sensi e la sua carne. Se non fossimo persuasi di colpirlo il più gravemente possibile, ci riterremmo impari al nostro compito più assoluto. EGLI DEVE ESSERE BEN CONVINTO CHE SIAMO CAPACI DI FARLO GRIDARE".

ci riescono in pieno, a farci gridare. singolare che a salvare in extremis la musica italiana sia proprio il Teatro. musica, rock, adrenalina, politica, romanticismo...grand guignol...Teatro.

per passare una buona fine dell'anno vi regalo il testo e il video del loro pezzo forse più forte e rappresentativo, compagna teresa. urlate. io ho urlato da solo.

Guardami negli occhi e poi
Dimmi:"non mi prenderanno mai"
Dimmi che c'è ancora posto nel tuo cuore
Dimmi dove e quando io ci sarò
Prendimi per mano
Noi cambieremo il mondo come vuoi
Cambieremo vita libera e felice
Dimmi dove e quando io ci sarò
Teresa, rincorrere i sogni ci ha sempre portato fortuna
Teresa, quanto vorrei amarti solitudine

Guardami negli occhi e poi
Dimmi che non mi permetterai
Di lasciarmi andare o di dimenticare
Dillo pure a tutti io ci sarò
Rincorrere i sogni ci ha sempre portato fortuna
Quanto vorrei amarti
solitudine
Compagna Teresa ogni giorno ci porti la vita
Teresa non mi sfotti e corri più forte

Più forte che puoi
parlami Teresa dimmi
dimmi che non è sangue
il sangue che vedo
che ti scorre tra i fumi stringimi le mani noi
noi cambieremo il mondo
lo faremo come
volevi tu
ma quanto sei bella Teresa
lo sai con te muore
ciascuno di noi

Teresa non piangere
Teresa
Rincorrere i sogni ci ha sempre portato fortuna
Teresa

Quanto vorrei amarti
solitudine

Dolce solitudine
solitudine
dolce solitudine



26.12.07

fenomeni musicali



in un periodo di grave crisi dell'industria discografica, due astri della musica internazionale e globale eccellono e uniscono critica e pubblico in un unico grande applauso mondiale.


il primo, di cui trovate il video qui sopra, è spitty cash. nato nel ghetto marchigiano, immigrato di origini rumene, si esprime con la dura lingua della strada, svelando per la prima volta agli occhi del mondo la realtà delle periferie, ma non quelle plastificate di mtv, quelle vere, fatte di povertà e indifferenza. non si può fare altro che inchinarsi di fronte alla poesie che spitty infila in sequenza rappata, rifacendosi alla grande tradizione americana delle origini. un vero gangsta, un uomo duro, segnato dalla vita, che vuole aiutare il ghetto, il suo ghetto, ad alzare la testa, per combattere la realtà dei "bambini puoveri", che "non è bello per loro/ma neanche per me". grande spitty.

dopo la grande musica di impegno, che punta al riscatto e all'integrazione sociale, veniamo al puro intrattenimento, senza scordare le istanze sociali. parliamo del fenomeno straordinario di el chacarron che con maccaron (il video lo trovate qui sotto) punta a strappare il trono di re della musica caraibica e dance a sean paul: con una miscela esplosiva di electro, dance, ragga, chaccaron detta la linea del nuovo trend delle dancehall mondiali. già avvicinato da madonna per collaborare insieme a timbaland agli arrangiamenti del nuovo disco, ogni sua serata è un happening. ciò che più colpisce però è l'utilizzo francamente rivoluzionario della parola e del sound sensuale di un "mmmmm..mmmmm" e poi "ammgmndngmngnmm", che, come un nuovo futurismo, esprime volontà di azione, ottimismo, riscatto sociale.

buona visione di santo stefano.

25.12.07

eastern promises - david cronenberg

bisogna esorcizzare il natale. starne vagamente lontano, sfruttarlo per quello che di buono ci può dare.

quindi, noi, la sera della vigilia, ci siamo andati a vedere eastern promises, il nuovo film di david cronenberg.

prosecuzione naturale del precedente, bellissimo history of violence, di cui era sempre protagonista un ottimo viggo mortensen, dc va alle radici della violenza: confonde il confine tra bene e male, non racconta quasi nulla del passato e della personalità dei suoi personaggi direttamente, lascia intuire, narra senza spiegare.

il corpo tatuato del protagonista racconta storie di dolore e abbandono, fuga e tentativo di riscatto che vengono lasciati all'immaginazione dello spettatore. e non solo per vm, ma anche per gli altri. tutto incorniciato in una vicenda di mafia russa che spiega/non spiega il vento putiniano che viene dall'est, in contrappunto con la storia di violenza tipicamente americana/occidentale del precedente lavoro.

film di genere, noir preciso, dc ne esaspera i contorni specialmente all'inizio, con inquadrature e immagini alla hitchcock, situazioni alla resevoir dogs (il vestiario di vm...)...mentre però the departed di scorsese metteva l'accento di genere sull'aspetto grottesco e violento, rocambolesco e d'azione, dc lascia tutto alla crudezza delle immagini, alla storia scarna ma diretta e...ecco qui che mi viene fuori qualcosa...TAGLIENTE.

sarà per questo che mentre nel film di scorsese tutto era centrato su sparatorie, armi da fuoco e carneficine da guerra "moderna", in questo i morti sono tutti uccisi con armi da taglio, coltelli, scannatori, lamette, e mai uno sparo? come se si volesse lasciare fuori da qui tutta la "spettacolarità" della violenza e raccontarne l'aspetto crudo, da macelleria di uomini, come nella scena del bagno turco in cui, simbolicamente, cultura occidentale (siamo a londra), cultura mediorientale (ci sono di mezzo i curdi), russia e cecenia si scontrano in un "crash" definitivo. un bagno turco che diventa macelleria: tagli, squarci, sgozzamenti, sangue come di animali e non di uomini.

è solo un'ipotesi. e buon natale.


24.12.07

christmas with the yours easter what you want


il natale è bello chiusi in casa. al caldo. a leggere, non fare un cazzo. mentre fuori gruppi di uomini-formica, in fila indiana, si rincorrono per portare qualcuno un pezzo di pandoro, qualcuno un panettone, qualcuno un tacchino, qualcuno una botta di cocaina.

la famiglia. l'obbligo. il dovere di fare dei regali. i regali e poi i regali e poi i i regali.

e poi la famiglia, la famiglia, ancora famiglia.

una prigione. fatemi uscire.

però, ci sono anche aspetti positivi.

1. i regali li fai, ma li ricevi anche. nella marea di quelli odiosi e inutili, ce ne sono almeno un paio che valgono la pena.

2. si dorme. si è in vacanza. soprattutto barricati in casa.

3. teoricamente si dovrebbe anche mangiare, in un tour de force di pranzi e cene. spesso si mangia bene, anche se il prezzo da pagare (giornata con parenti) è spesso molto alto.

4. se guardi bene nel cesso, può arrivare mr. hanky, la cacca di natale.

quindi il natale serve anche a soddisfare alcuni bisogni primari.

in un bilancio generale, soppesando tutti gli elementi, forse il risultato è leggermente positivo. se non fosse che poi arriva l'altra, enorme, gigantesca, rottura di palle. il capodanno.

natale con i tuoi, pasqua con chi vuoi.

13.12.07

il pre-matrimonio dell'anno



si avvicina sabato e fervono i preparativi degli sposi.


per quanto mi riguarda, mi sto impegnando insieme ad altri amici per rendere domani, giorno prima del matrimonio, un giorno indimenticabile:

- edo si occupa di fottuto crystal e coca

- alle moldave ci pensa dado

- io porto 4 asiatiche

- lorenz ha raccattato delle armi russe da infilare nei pantaloni della tuta bianchi


- peccato che non c'è milanaus, c'era un suo amico con gli elicotteri da guerra


ho affittato il roof dell'es hotel, piscina al chiuso, si può entrare solo vestiti di bianco. brandon si è occupato delle limu bianche che porteranno le persone dall'aeroporto all'es.

gioielli e fibie d&g devono piovere.

al matrimonio sabato ci vado in frac di pelle azzurra.

12.12.07

tir revolutions


il mondo sta per finire.

il mondo finirà quando il petrolio sarà finito.


il petrolio muove le nostre vite e scatena le guerre.

in questi giorni stiamo vivendo in un futuro possibile in cui il petrolio avrà esaurito le sue scorte e non avremo alcuna alternativa.

il cibo non arriva nei mercati, gli aerei non volano, le autostrade sono bloccate, non c'è traffico perchè è finita la benzina.

come in un libro di lansdale, diventeremo una comunità primitiva, dedita all'autoconsumo. si formeranno delle micro-comunità che si dedicheranno alla caccia, alla pesca, all'agricolutura. tutto sarà resettato e riportato a ground zero.

questo è quello che sta accadendo con la rivoluzione dei tir. un viaggio in avanti nel tempo. o indietro. manco mad max...

moriremo tuttiiiiiiiiiiiiiiiiii

9.12.07

paranoid park - gus van sant




l'indagine sul mondo degli adolescenti di gus van sant è raffinata e profonda. dopo la cosiddetta trilogia della morte, gerry, elephant e last days, approdiamo a questo paranoid park.


l'estetica di gvs è ormai precisa e riconoscibile: montaggio a-temporale, fotografia nitida, piani sequenza lunga, uso del ralenti...e mi piace molto.

se gerry era una straordinaria metafora beckettiana con i bravissimi matt damon e casey affleck, elephant era la trasposizione di quella metafora all'interno del mondo reale e non sospeso, almeno apparentemente, il mondo di columbine e dei ragazzi di quella scuola che imbracciarono le armi per uccidere i loro coetanei; infine last days, dove si usa il pretesto degli ultimi giorni di kurt cobain per parlare, ancora, di vuoto, di nulla, di droga.

paranoid park
è coerente con la trilogia. si prende un sottogruppo culturale che negli usa è l'equivalente del plazaro, cioè lo skateboarder, e si ricerca quali siano i movimenti di un ragazzino incerto nei suoi rapporti con il mondo, con la famiglia, con le ragazze, con gli amici. insicurezza, paura.

molti simboli, come al solito. un padre probabilmente figlio della contestazione, una fidanzata carina e superficiale, una madre assente. l'uso della musica di nino rota mi ha stupito. da giulietta degli spiriti, soprattutto. fellini.

ci ho pensato e azzardo un'ipotesi. che paranoid park, cioè questo luogo reale e surreale dove si incontrano gli skaters, il non-luogo/punto di incontro di una generazione sia una specie di luna park in stile felliniano, un luogo di freak che cercano di sopravvivere a un mondo troppo difficile per loro? e lo fanno utilizzando sogno e fantasia. come i clown di fellini, sospesi tra realtà onirica e realtà materiale, gli skaters saltellano di qua e di là con le tavole, una piccola comunità slegata dalla società che li circonda.

isolamento e quindi annullamento delle relazioni con l'esterno, e quindi distacco dalla società e dai suoi valori? non so.

film bello e difficile, come sempre, se non per quella solita posizione (gay) per cui c'è l'equazione "le donne belle sono superficiali e stronze, quelle brutte e un po' lesbiche sono intelligenti e colte..."

4.12.07

azouz


azouz è un soggetto geniale. ha sfruttato la strage di cui è stato vittima per fare i soldi, scopare, firmare autografi, pippare e spacciare, ancora scopare e fare amicizia con gli ormai imprescindibili lele mora e corona.

qualcuno dice, un po' banalmente, che ormai per diventare famosi bisogna essere noti e non capaci di fare qualcosa. è la solita manfrina di quelli del grande fratello & c. è il tema preferito di buona domenica, dei giornali di gossip.


e fin qui.


ma una puntata di mentana su azouz? e lele mora? e corona? è meglio di una puntata di vespa intitolata "sesso perverso e droga"? con antonella clerici e lo psicologo bello e brizzolato che non mi ricordo come si chiama?? certo la puntata comica di dibattito tra corona e di pietro è entrata nella storia della tv. ma è altra roba.


sono il primo a essere interessato alla nuova materia preferita, "sociologia delle nuove generazioni".

me ne frega dei fiumi di cocaina che girano in italia (da dove sbucano?), me ne frega del motivo per cui perugia diventa ibiza e poi luogo di sesso e morte, me ne frega di capire quale dinamica perversa si instaura tra i ragazzini per cui si ritrovano in situazioni sempre più estreme...si tratta, insieme alla politica degenerata negli ultimi 20 anni, del tema fondamentale su cui si basano le nostre vite. ne vogliamo parlare seriamente? (mi piace che scrivo come se qualcuno mi leggesse...)

ma di azouz marzouk chi cazzo se ne frega?

3.12.07

sigur ros - heima


per parlare dei sigur ros voglio prima di tutto scomodare i pink floyd. sembra assurdo, però vedete un po' il dvd heima, il pezzo di chiusura del concerto di reykjavk e poi ne riparliamo. oppure vedete dove sono andati a suonare in islanda, sempre nel dvd, e capirete che non sono troppo lontani dall'idea del concerto in piazza san marco a venezia; o meglio, forse i sigur ros sono andati più vicini al sogno dei pink floyd di suonare sulla luna, visto dove hanno suonato in questo tour islandese.

andiamo con ordine.

i sigur ros sono uno dei gruppi più straordinari degli ultimi anni. insieme a radiohead e pochi altri hanno ridisegnato il rock mondiale entrando con forza nei meccanismi delle major, ma piegandoli al loro stile. l'intensità della musica è certe volte più forte di tutto. qualche perplessità sulla "monotonia" della musica? superata grazie all'incredibile impatto emotivo di quasi tutti i loro pezzi.

comunque. nel 2005 e 2006 i sigur ros fanno un tour mondiale per il loro lavoro takk. al termine, nell'estate del 2006, decidono di festeggiare il loro incredibile successo con un tour gratuito in islanda. e di riprenderlo tutto.

alcune cosa pazzesche: un tour in islanda?? gli islandesi, compresi loro 4, sono in tutto circa 350.000, di cui 300.000 stanno a rejkiavik. e allora?? questi pazzi sono andati a suonare nei paeselli con 30 persone, nelle ex fabbriche del pesce, in mezzo alla natura lunare del loro paese, nelle scuole e nelle palestre.

il dvd, heima, è in realtà costituito da 2 dvd: il primo è un film documentario sul tour, commovente; il secondo è una raccolta dei pezzi suonati live nei vari luoghi islandesi.

nel primo dvd in particolare, ho pianto. è un omaggio all'islanda e ai suoi abitanti, un gruppo, una comunità di alieni che sta in un altro mondo. alcune immagini che mi sono rimaste impresse: le famiglie ai loro concerti, famiglie voglio dire nonni, genitori, bambini, ragazzi; il concerto in una casetta dove ci saranno state 60 persone, sempre nonni, genitori, bambini, ragazzi, che si incontrano per la merenda, con le tazze per il tè e il caffè, e mentre questi festeggiano un momento insieme, comunitario, i sigur ros suonano....e poi, la nebbia e l'atmosfera surreale di alcuni luoghi dove suonano tipo woodstock, con la gente, poca, che beve birra seduta sul prato e si scalda intorno a un fuoco...e poi, il concerto senza amplificazione alcuna fatto in cima a un monte per protestare insieme a una decina di altri contro la costruzione di una diga...e poi, la familiarità e la semplicità di ogni gesto, quasi troppa, quasi mulino bianco certe volte...e poi, le immagini e i suoni da concerto dei pink floyd a reykjavik...

insomma, strabiliante, bellissimo, commovente, troppo fico. sono dei grandi. sono un fan.

non perdetevelo sto dvd. insieme è anche uscito il disco che non ho ascoltato ma sarà bello, sicuro.

1.12.07

fabri fibra

voglio parlare dell'immagine di fabri fibra e poi anche del nuovo disco bugiardo.

intanto chi è fabri fibra. è un ragazzo di 31 anni che da due anni vende più dischi di vasco rossi facendo un rap violento, duro, provocatorio, contradditorio, populista. una specie di eminem alla marchigiana, così almeno è stato definito.

contestato per le rime politically incorrect contro omosessuali e donne, ha raggiunto una fama nazionale alla velocità della luce e l'uscita del suo disco è una specie di avvenimento.

perchè tutto ciò? e soprattutto, fabri fibra ci è o ci fa per fare i soldi, cavalcando l'onda del nichilismo giovanile di cui non si fa altro che parlare?

fibra parla di cronaca, di veline, di briatore e la gregoraci, di cocaina e di soldi, di sanremo e di suicidio, di montecarlo e di icone contemporanee e lo fa parlando poi in fondo di se stesso. e il problema sta proprio lì: il fatto che venda centinaia di migliaia di copie cosa rappresenta?

la guerra iconoclasta ed eccessiva contro il mondo diventa una guerra contro di sè e contro quello che lui stesso rappresenta, cioè quelle centinaia di migliaia di ragazzi che lo ascoltano facendosi di cocaina e sballandosi.

moralismo? cinica legge del mercato per vendere copie? secondo me nessuno dei due, secondo me è paura. dalle interviste che ho letto e visto sembra essere un ragazzo spaventato, ma con idee molto chiara. con tutte le differenze del caso, sembra l'equivalente all'italiana e musicale de l'odio di kassovitz.

detto questo, bugiardo è un disco violento, aggressivo, musicalmente interessante grazie a basi underground e testi, come ho detto, molto forti, già a partire dai titoli (cento modi per morire, non sento più niente...). un disco dove si respira morte e vuoto. sentimenti che sentono i ragazzi della nuova generazione?

in italia/sei nato e morto qua/dove fuggi? dice uno dei testi.

un disco che è un mantra funerario di una generazione. l'accusa è pesante, ma fibra distrugge, secondo me, per suonare campanelli di allarme, non è in grado di costruire. è solo un ragazzo.