bugo - contatti
La discografia italiana dovrebbe credere molto di più in un artista come Bugo. Il suo talento, la sua ispirazione, i suoi testi stralunati, lo fanno essere l’erede più convincente di artisti come Rino Gaetano e, attenzione attenzione, Lucio Battisti. Considerato da molti il Beck italiano, il suo Contatti è un gioiello di ritmo, sperimentazione, groove psichedelico, con innesti elettronici che lo portano al limite della dance, fino a un rap all’italiana che non ha nulla da invidiare ad altri artisti che dovrebbero essere “specializzati”. Il disco è divertente, orecchiabile e vaga, ubriaco, tra i generi. Indefinibile ma riconoscibilissimo, dotato di un umorismo nonsense che lo rende unico nel panorama nazionale, Bugo incarna l’immagine dell’alieno, dello straniero nella sua nazione, uno che apparentemente non sa dove si trova, ma che in realtà lo sa benissimo. Al di fuori dei “salotti buoni” della musica italiana, dove meriterebbe di stare, come un freak si aggira portando la sua musica, che non ha etichette underground, ma è, semplicemente, pop. Mai chiamato alle feste del primo maggio dei “salotti buoni”, mai stato a Sanremo (qualcuno dice che meriterebbe di vincere), questo folletto ci diverte e ci racconta di noi in modo trasognato, sfottendo il luogo comune, giocando con i suoni, come un bambino indisciplinato e geniale, che, con i capelli disordinati, ci fa il verso e i dispetti.
ps. il video è del pezzo c'è crisi
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