4.3.07

grinderman

pensavo che non lo avrei più ritrovato, e invece eccolo qui ed è tornato a livelli che io non immaginavo. parlo di nick cave che con una banda di matti diversa dai bad seeds, con dei baffi che sono una via di mezzo tra un cantante metal e un cowboy, si inventa questo progetto parallelo.

un ammasso incasinato di punk e blues che non si sentiva dai tempi dei birthday party ma che trae dall’esperienza di questi ultimi anni la parte migliore, quella cupa e intimista che viene addirittura da prima di the boatman’s call.

chitarra arrabbiata, violino, voce roca, aggressività e carezze, tutto insieme in una miscela esplosiva che non ti fa mollare l’attenzione per un attimo e ti trascina all’inferno e poi in qualche anfratto buio e poi di nuovo in luogo lurido e primitivo che non può che chiamarsi blues, ma di quello vero.

da quan’era che non parlavo di un disco? molto...nella settimana di sanremo e dopo aver ascoltato (poco, per fortuna) albano, piero mazzocchetti e cristicchi, marcella bella e concato, ci voleva una bella iniezione di musica e guarda un po’ cosa piove dal cielo? GRINDERMAN.

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