zanzibar
primo - zanzibar: questa prima parte è brevissima, perchè serve solo a dire che zanzibar è meravigliosa. l'africa concentrata in un microcosmo di sabbia bianca, delfini, mare trasparente, cocco e ozio. stonetown è strepitosa, con quel suo fare molle e arabo, con i muhezzin che urlano, con la gente che ti guarda sperando di fare affari su di te. ritmo lento, passi lenti, movimenti lenti. tutto è flemmatico. i pescatori, i raccoglitori di alghe, i venditori di mango, i ragazzini e le ragazzine che vanno a scuola, sono lenti, di una lentezza placida, sicura. quale posto migliore per una settimana di riposo?
secondo - le persone: sono passati 10 anni da quando ero stato in questa zona di africa. e la cosa bella e brutta allo stesso tempo è che non è cambiato nulla. io non so se gli africani della zona orientale siano felici o no. se siano poveri o no. la ricchezza è relativa. ricchezza di che? di soldi, allora siamo sicuramente più ricchi noi. ma di cultura? non quella dei monumenti e delle chiese. parlo di quella umana. e cos'è delle due che rende più felici? si, lo so, è retorica. ma io non sono convinto di avere la risposta. qualcuno, durante la guerra civile americana, riguardo agli schiavi negri che stavano per essere (apparentemente) liberati, disse (cito a memoria da un libro di howard zinn): "stiamo dando libertà a coloro che sono inferiori, perchè non sono mai riusciti a sottomettere le passioni alla razionalità". credo che l'affermazione debba essere ribaltata. siamo noi che siamo inferiori. la comunità, la vita legata al sole, l'armonia, difficile, combattuta, con una natura sempre ostile, ma anche grande e ricca. siamo noi che non abbiamo più nulla. e loro ancora, ne hanno a pacchi. poi muoiono di morbillo, fame, sete, aids. ma non in queste zone. e non per colpa loro.
terzo - gli italiani: tutto ciò che ho detto al punto 2, viene confermato dal passaggio all'aeroporto di zanzibar per il ritorno in un charter gonfio di veneti del triveneto, impestati dal virus di uomini e donne. in un'orgia di tatuaggi di farfalle, tribali, scritte cinesi, canotte di d&g, occhiali di gucci, orecchini e anelli per uomini alla costantino ma con la panza, mi rendo conto che l'eleganza degli africani non può combattere contro il ceto medio europeo...collane con dente di squalo, braccialetti, treccine da donna africana sui capelli di settantenni flaccide e tinte. pantaloni a pinocchietto, gare di abbronzatura, canti da villaggio turistico, racconti di visite in villaggi masai con commenti del tipo "come fanno a vivere in quella sporcizia?" (con forte accento di verona).
è proprio così, gli africani sono una razza superiore. per lo meno dei veneti.
termino il breve resoconto. obama, a zanzibar, e a questo punto penso anche in africa orientale, è una specie di padre pio. calendari, magliette e tuniche con impresso il suo volto. speriamo non sia una fuffa.
asante sana.
terzo - gli italiani: tutto ciò che ho detto al punto 2, viene confermato dal passaggio all'aeroporto di zanzibar per il ritorno in un charter gonfio di veneti del triveneto, impestati dal virus di uomini e donne. in un'orgia di tatuaggi di farfalle, tribali, scritte cinesi, canotte di d&g, occhiali di gucci, orecchini e anelli per uomini alla costantino ma con la panza, mi rendo conto che l'eleganza degli africani non può combattere contro il ceto medio europeo...collane con dente di squalo, braccialetti, treccine da donna africana sui capelli di settantenni flaccide e tinte. pantaloni a pinocchietto, gare di abbronzatura, canti da villaggio turistico, racconti di visite in villaggi masai con commenti del tipo "come fanno a vivere in quella sporcizia?" (con forte accento di verona).
è proprio così, gli africani sono una razza superiore. per lo meno dei veneti.
termino il breve resoconto. obama, a zanzibar, e a questo punto penso anche in africa orientale, è una specie di padre pio. calendari, magliette e tuniche con impresso il suo volto. speriamo non sia una fuffa.
asante sana.