25.11.07

fragments - peter brook

uno spettacolo diretto da peter brook è sempre un'esperienza. anche se, sinceramente, le ultime volte, da sizwe banzi est mort, aveva cominciato ad annoiarmi questo ripetersi sempre degli stessi canoni stilistici (niente scenografia, semplicità delle luci, pochi o nessun costume...). quello che più di tutto caratterizza l'arte di peter brook, secondo me, è il vedere l'anima degli attori che nelle sue mani superano la categoria di "attore" in senso stretto e diventano a tutti gli effetti, anche in palcoscenico, esseri umani.

non so se sono chiaro. forse no.

peter brook vede oltre l'attore, vede l'anima dell'uomo che gli sta davanti a recitare, e gliela tira fuori, con delicatezza, e dolcezza.

ecco. questi 5 frammenti che omaggiano beckett esprimono esattamente questo.

2 uomini e una donna. loro stessi, nelle scene mute e in quelle, difficilissime, parlate, non sono altro che loro stessi a dibattersi nel surrealismo ermetico di beckett. e ne escono con una carica emotiva fortissima.

devo però fare una menzione speciale per lei, kathryn hunter, una donnina piccola, storpia, bruttina...ma come una supereroina, lancia verso il pubblico una energia commovente che raramente mi è capitato di vedere.

quindi, dopo la mezza delusione di sizwe, mi sono riconciliato con peter brook. sarà perchè lo spettacolo durava solo un'ora?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho detto a Zummolo ben 2 volte: "Quanto sto a rosicà!" Noi avevamo Tosca da cantare...
Marina

Anonimo ha detto...

si e` vero, uno spettacolo di brook e` sempre un' esperienza e soprattutto e` un' esperienza in un panorama, come quello romano, che molto di rado si apre al Teatro quello con la T maiuscola. ci sono spettacoli che ti riconciliano con la scena e con i tuoi stessi pregiudizi o con le tue ragionate e reali convinzioni. hai dubbi sull'attualita` di beckett? vai a vedere fragments e ti ricredi, lo riscopri universale. pensi che luci e costumi siano perlomeno necessari? vai a vedere fragments e ti ricordi improvvisamente che due timide luci possono essere come sliding doors dell'esistenza e un vestito nero e smunto racchiudere da solo tutta la tristezza e la solitudine di una donna, di un personaggio ( notare tra l'altro la somiglianza di kathryn hunter con lotte lenya); puo` annoiare alla lunga l'assenza di scenografia, ma ricordi lo spettacolo di torino di donnellan? basta un sacco a brook, e una lancia che lo colpisce, per creare nella percezione dello spettatore un mondo fatto di ingiustizie e di dolore. l'atto senza parole era forse il piu` bello e quello che rendeva piu` esplicita la diversa ricezione di beckett: mezza sala a sganasciarsi dalle risate, l'altra mezza seriosa e infastidita. ma li ho visti tutti quanti applaudire molto a lungo, troppo a lungo per essere solo un applauso agli attori, bravissimi. sembrava l'applauso di una platea che vorrebbe vedere piu` spesso un teatro come questo, l'omaggio di una setta, piu` che un semplice appaluso.
r.

Anonimo ha detto...

Beh, caro R. mò rosico deppiù!
Marina

max ha detto...

chi minchia è lotte lenya?

Anonimo ha detto...

E' stata moglie e musa ispiratrice di Kurt Weil. Era cantante, attrice e ballerina, se non ricordo male...
Marina

Anonimo ha detto...

mio dio max, e dire che qualcosina dovresti masticare di teatro...meno male che ha risposto marina prima di me. comunque, tanto per abbassare un po' il livello, lotte era anche la cattivissima di 007 dalla russia con amore, quella bruttissima che aveva gli spunzoni nelle punte delle scarpe...
r.