3.9.10

letture estive




quest'anno, nel corso delle vacanze, ho imbroccato solo libri che mi sono piaciuti, in media, qualcuno di più e qualcuno di meno.

ho fatto molte riflessioni sul mio stile di lettura, caotico, veloce, forse un po' superficiale. forse sono solo un disordinato mentale, ma le storie mi rimango impresse. cerco di approfondire a posteriori, perchè troppa è la fretta di finire un libro che mi piace. poi ci ritorno.

skippy muore di paul murray: sulla copertina c'è scritto: tra il giovane holden e donnie darko. massimo coppola, direttore editoriale di isbn che pubblica il libro, ha cacato fuori dal vaso, perchè sono lontani i barlumi di questi riferimenti. però la storia è bella. è lunga. è una storia d'amore e sfiga. anche di ribellione. un po' epica, nel senso fantasy del termine, molto vicina a noi. c'è l'irlanda in sottofondo. ci sono nuvoloni grigi, pioggia, collegio e uniformi scolastiche. c'è anoressia e autodistruzione, c'è follia creativa. se fossi stato come tremonti con i tagli alla cultura, gli avrei tagliato indiscriminatamente almeno 100 pagine. ma non lo sono, e quindi gliele lascio.

una parte del tutto di steve toldz: lo intitolerei più efficacemente il tutto di tutto. perchè c'è di tutto in questo libro. ci sono storie parallele e flashback. viaggi e domande. caos disciplinato da una storia assurda ma quasi credibile. soprattutto c'è "filosofia" a pioggia. certe volte un po' spiccia, qualche volte troppo fondata sulle citazioni. sul citare e farsi citare. sono almeno una cinquantina le frasi da sottolineare in questo libro. e che vorresti ripetere. ricordarti. citare appunto. questo è forse anche un difetto. ma l'ironia feroce è molto coinvolgente, e, sinceramente, non pensavo che un australiano sapesse scrivere così. pregiudizio mio: pensavo, inconsapevolmente, che l'oceania fosse talmente lontana da essere quasi inesistente. nelle persone, anche negli autori. lontana e insignificante. con una grande natura ma poca "cultura", a parte quella aborigena. è il nuovissimo continente. fatto di exdetenuti, di pollyanna e lucy may. no. non è così. e questo libro lo dimostra. "c'è il teatro. poi c'è il teatro amatoriale. poi c'è un gruppo di persone che si incontrano per caso al buio su un palcoscenico e ti fanno pentire, a te spettatore, di essere nato". ecco, a memoria, ho citato. e non ho fatto onore all'originale.

il maestro e margherita di bulgakov: ok, ci sono arrivato tardi. questi sono i libri che si leggono a 17 anni. e invece io l'ho letto quest'estate. meglio tardi che mai. e sono rimasto sconcertato nel leggere un libro che se fosse stato scritto 10 anni fa, avrebbe potuto "rappresentarlo" david lynch. oppure tiziano sclavi. è un libro iconografico. il diavolo, il gatto nero, le streghe. il nano cattivo. il gran guignol, il grottesco. dylan dog. è un libro così fantasioso da superare ogni barriera temporale, di attraversare il faust di goethe per arrivare a mulholland drive. odiato dai regimi, comunisti in particolare, è un libro che mi ha fatto collocare le immagini con cui ho vissuto dai 10 anni ad ora in un contesto storico culturale. non è mai troppo tardi.

molto forte, incredibilmente vicino di jonathan safran foer: indubitabilmente pop. costruito per essere un best seller. annoiato a morte dal film tratto dal suo libro ogni cosa è illuminata, lo ho sempre tenuto lontano. alla fine, lo leggo. ed è indubitabilmente pop e costruito per essere best seller. ma. raffinato. intelligente. leggero. ironico. letterariamente interessante. un po' nelle nuvole, volontariamente. una bella scrittura. la storia. la guerra. la diaspora ebraica. l'11 settembre. l'infanzia e la vecchiaia. la vita e la morte. trattati con eleganza e con quel tanto di presunzione da non farlo essere antipatico. si beve in poco tempo, fa ridere e fa anche scendere la lacrimuccia. sarò io che sono pop? sapete che c'è? mi leggo ogni cosa è illuminata e poi decido. ma il libro che mi dovrebbe convincere a non mangiare la carne che ha scritto lui da buon autore indie-pop-kosher-vegano, manco scannato.

il potere del cane di don wislow: che libro ragazzi. tutto d'un fiato la storia del narcotraffico messicano e sudamericano. i rapporti con gli stati uniti, la cia, i federales. il vaticano e la teologia della liberazione. preti e assassini che dialogano con agenti segreti, boss della mafia italoamericana che si alleano con killer irlandesi. le rivoluzioni comuniste in america latina e il ruolo degli stati uniti, raccontato dall'interno, da molti punti di vista. una storia che attraversa circa 20 anni, dai primi 80 fino alla fine dei 90. con un linguaggio tagliente, violento, secco, quasi tutto al presente. un racconto feroce raccontato come se fosse narrato da un cantastorie. soffocante, inaccettabile certe volte. ma non te ne stacchi, mai. è il potere del cane.

ognuno a suo modo, ve li consiglio.

1 commento:

max ha detto...

Un potere che si ritrova in ogni pagina del libro e le cui conseguenze le abbiamo davanti a noi quotidianamente: la capacità e la consapevolezza dei ricchi e dei potenti di poter opprimere i poveri e coloro che non hanno nessun tipo di potere.