parentesi necessaria: eddie vedder live@salle wilfried-pelletier, montreal, qc
l’idea di vedere ev dal vivo mi fa ripiombare indietro nel tempo di circa 8 anni, al 22 giugno 2000, quando vidi i pearl jam dal vivo a milano, al forum di assago .no code tour. il giorno dopo, il 23 giugno 2000, alle 9 di mattina, mi laureavo.
ho conosciuto i pearl jam tardi, nel 93-94. più complessi, meno diretti, meno punk (non nell’attitudine) dei nirvana. meno metal, meno popolari degli alice in chains o dei soundgarden. più vicini a un blues sporco, a un rock ‘n roll ruvido. tutti questi gruppi erano grunge, secondo alcuni. in realtà erano molto diversi tra loro. kurt cobain è morto, layne stayley è morto, chris cornell fa il fotomodello con gli audioslave, quindi è morto anche lui. eddie vedder sopravvive. come i pearl jam. sono diventati un mito, ma non stanno facendo la fine degli u2, cosa non facile quando sei un’icona generazionale.
i pearl jam fanno uscire i dischi in semi-sordina. non fanno video e quindi non vanno su mtv. non fanno pubblicità. fanno ancora molti concerti, quando gli va. sono impegnati in mille battaglie civili, non fuffa come gli u2.
ev, ormai ultraquarantenne, si lancia nell’esperienza solista con un certo successo, soprattutto nelle colonne sonore. prima dead man walking, poi con into the wild, cementa un rapporto di amicizia con sean penn. con into the wild tira fuori un pezzo, guaranteed, che vince il golden globe come miglior pezzo per colonna sonora.
ma il punto non è questo.
il punto è che vado a vedere ev dal vivo. in un teatro. a montreal. suona da solo. sono emozionato, cazzo.
all’ingresso mi fanno lasciare la macchina fotografica, porca miseria ci tenevo a strappare qualche foto. invece nulla. vabbè, penso, non sono solo io, l’avranno levata a tutti.
la salle wilfried-pelletier a place des arts è enorme, e piano piano, si riempie. diciamo, 2000 posti. io sono seduto benissimo. centrale. in quindicesima fila. sono vicinissimo.
la serata è aperta da tale liam finn, cantautore ventiquattrenne neozelandese lanciato (e prodotto) da ev. non lo conosco, ma sin dall’inizio si capisce che è uno forte. da solo, una ragazza che canta con lui, suona tutti gli strumenti, looppandoli live. energetico, divertente, coinvolgente. piace molto a me e anche al resto del pubblico. il cd esaurisce.
alle 21.30 le luci del teatro si abbassano e si sente una versione acustica di un pezzo che non riconosco. il sipario si apre, entra ev, il teatro in delirio, e i flash non smettono di illuminare la sala. bastardi, ma solo a me hanno tenuto la macchina fotografica?
c’è una scenografia: un fondale dipinto con rappresentata una strada e delle case; una piccola ricostruzione di una camera, in cui ci sono gli strumenti, cose da bere, ecc.
ev saluta e attacca l’acustica. una voce così ce l’hanno in pochi. per la qualità che ha e per quello che rappresenta e ha rappresentato all’inizio degli anni 90, dai temple of the dog ai pearl jam. suona chitarra, mandolino, chitarrine di vario genere. canta i pezzi di into the wild. canta dead man walking. regala qualche perla dei pearl jam (wishlist, un accenno di rearviewmirror, nothingman,...).
l’impressione è che cerchi molto il rapporto con il pubblico. parla molto. fa battute su stone gossard e mike mcready. su wishlist un tizio in quarta fila sta in piedi tutto il tempo e guida il coro del teatro. alla fine del pezzo lui lo invita sul palco a bere una birra con lui. è una via di mezzo tra l’imbarazzato e il divertito.
dopo guaranteed si sente chiaramente, nel silenzio un tizio che gli urla in italiano:”ma ti rendi conto di che voce hai?” e lui, dal palco, sonoramente, in italiano: “vaffanculo!”. l’italiano non disdegna mai di fare lo spettacolino. ma ev capisce l’italiano e gli risponde per le rime. geniale.
suona anche con liam finn. lo spettacolo è emozionante, anche se lui è strano. si divide tra un’immagine ruvida, in cui sputa per terra mentre canta, si muove isterico anche da seduto; a una accondiscendente, non voglio dire ruffiana, nei confronti del pubblico. come se cercasse una conferma. che peraltro ha, potentissima.
lo show si chiude dopo due ore, quasi tre, di musica eccellente, con il pezzo hard sun. quasi tre ore in cui lui, da solo, tiene in mano la scena con un fascino impressionante, a parte la mia piccola nota di cui sopra che mi ha un po’ colpito.
da buon fan, alla fine dello spettacolo, recupero la macchina fotografica e mi piazzo, insieme ad altri 50, all’uscita degli artisti per catturare almeno un’immagine di ev. aspetto oltre un’ora.
nel frattempo, a montreal nord scattano degli scontri perchè la polizia ha ucciso un ragazzo di 17 anni non si sa bene per quale motivo. come nelle banlieu parigine, inizia la rappresaglia della periferia, e i giovani mettono a ferro e fuoco un pezzo di città.
siamo rimasti in 10 ad aspettare ev, quando ci dicono che lui e liam finn sono usciti da un’altra porta. non so se lo rivedrò mai più. è stata una serata piuttosto forte per me.
ps. non si trovano nè immagini nè video del live solo di eddie vedder. anche i vecchi video, su youtube, sono impossibili da inserire perchè bloccati da sonybmg. se volete vedere qualcosa, su facebook, nella pagina di eddie vedder, ci sono un po’ di bei video.
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