2.10.06

torino è la mia città




“Torino è Torino. Non è una città come un'altra" (Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia, Laterza, 2005)

torino è la mia città.

non so più in che senso, ma la sento mia, familiare, avvolgente. d’altronde non si cancellano 19 anni di vita, seppur normale e forse noiosa.

il week end torinese che si ripropone un paio di volte l’anno, mi regala sempre qualche emozione nuova, e stavolta è stato particolarmente prodigo.

- incontro con personaggi allucinanti, non perché siano realmente allucinanti, ma perché sono persone che o non vedo da 15 anni, o delle quali non ricordavo l’esistenza.

- finisco in luoghi che sembrano fermi alla fine del liceo.

- l’evoluzione dello zarro è accelerata rispetto al resto d’italia.


primo. cammino per strada e incontro qualcuno. vado a casa di amici e si ripresenta qualcuno. vado in un locale e incontro qualcuno. ma sono 12 anni che non vivo più a torino. eppure, è incredibile, ma è così. e questa volta, in casa di un amico, sono riuscito a ribeccare: un tizio che non vedevo dalla maturità, con cui si era buoni conoscenti; ora è barbuto e sposato, ma in realtà il suo sorriso simpatico e un po’ tontolone è rimasto lo stesso. poi ho beccato una tizia che non conoscevo bene al liceo, simpatica, vive a milano. ma soprattutto ho incontrato uno, di cui io avevo completamente perso la memoria, un tizio che era fidanzato con una mia compagna di classe. mi ha riconosciuto e mi ha dato del lei, ricordandomi che era pure stato a casa mia. non ci ho dormito tutta la notte. sti torinesi…

una breve parentesi sul torinardo ci sta.

[il concetto di torinardo: il torinardo è un torinese. si distingue dagli altri torinesi perché di classe sociale (esistono ancora a torino!) medio alta, molto legato alla città e molto pigro nello spostarsi, poco incline alla socializzazione, molto chiuso in giri di amici che frequenta da quando è piccolo (i vari giri di amici, o club, nel corso del tempo si possono mischiare), si caratterizza anche per un certo provincialismo naif. alcuni torinardi amano il viaggio, nel senso del viaggiare, e si imbarcano in peripezie incredibili, tipo la patagonia a piedi, o la groenlandia con i cani.
la torinarda, femmina del torinardo, oltre alle caratteristiche di cui sopra, è nota per essere l’inventrice e la prima attuatrice nella storia del concetto di “rizzacazzi”, di cui prima o poi parleremo.]

secondo. sarà la confluenza dei tre fiumi, sarà che ero vicino di casa di rol (l’incredibile sensitivo che dipingeva con la mente su tele reali e aveva il dono dell’ubiquità, sul serio), ma mi capita di finire in luoghi fuori dal tempo. i murazzi la sera sono bellissimi. anche di giorno. però la sera, con il monte dei cappuccini sospeso e piazza vittorio illuminata, hanno un fascino simile a quello di praga. anche ora che il “repulisti” operato ai murazzi nella seconda metà degli anni 90 li ha trasformati in luoghi superaffollati, si possono trovare locali geniali. ad esempio, sabato scorso siamo finiti all’ex lega dei furiosi, ex csa storico, dove, quando ero ggiovane, vidi, ad esempio, un concerto dei 99 posse. il fiume supera gli argini facilmente e quella volta c’erano 10cm d’acqua e continuava a saltare la luce. comunque, finiamo in questo posto che si chiama cantieri fluviali. è uno di quei locali che hanno i tavolini fuori sul fiume e dentro musica per ballare. dopo la prima birra (siamo arrivati che era l’1.15), siamo finiti a dimenarci. la cosa fantastica è che dopo un inizio simil-trendy-radical-chic, il dj ha attaccato con una scaletta di musica metà anni 90 geniale; nell’ordine (per la verità un po’ sparso visto che vado a memoria):

· chemical brothers – hey boy hey girl (superstar dj...here we go!) – fine anni 90
· daft punk – around the world
· prodigy – firestarter
· green day – do you have the time...to listen to me whine...about nothing and everything all at once................sometimes i give myself the creeps.........sometimes my mind plays tricks on me........it all keeps addin up....i think i’m cracking up....am i just paranoid...am i just stoned....(come cazzo si intitolava?!?!ah, si, basketcase!))
· giuliano palma&the bluebeaters
· sud sound system
· 99 posse – curre curre guaglio’
· fratelli di soledad – noi siamo con chi lavora non con chi sta al potere ci piaccion malcom x e le pantere nere!!!!!!
· bob marley – iron lion zion – un classico…
· LITFIBA – PROIBITO!!!!!(su questa ho sbarellato…)

ora non me ne vengono in mente altre, edino casomai aiutami tu.
sembrava di essere nel 1992-93, quando si andava a ballare in quel localaccio che era l’area o poco dopo.

terzo. lo zarro torinese è sempre stato piuttosto avanti. uniform e piumino negli anni 90, all’avanguardia sul resto d’italia. ora, 2006, siamo alla moda cyberpunk, una via di mezzo tra mtv, la periferia di bogotà e un dark anni 80. a milano ancora non ho visto gente vestita così. neanche a roma. poi il concetto di branco è molto avanzato; c’è una formazione, che solitamente si muove in linea orizzontale: in mezzo le ragazze, ai lati i ragazzi. alcuni ragazzi sono addetti a prendere per il culo la gente che passa loro accanto. il gruppo si muove con i mezzi pubblici, che sono luogo di bivacco e luogo perfetto di presa per il culo dei passeggeri, ma anche di membri stessi del gruppo (“tuo padre quel cammello…”). in effetti, la presa per il culo ad altissima voce è l’attività preferita del sauro torinese, ma direi che questa caratteristica è piuttosto simile in tutta italia.

la sospensione del tempo a torino è una caratteristica fondante. nonostante le ristrutturazioni, le valorizzazioni, le rivalutazioni di aree, sembra sempre di essere fermi. ed è estremamente rassicurante. contemporaneamente però la città si muove, sottoterra, e si sente da piccoli segni esteriori, che sono però solo la punta di un iceberg, secondo me, che sarebbe interessante scoprire. e questo è estremamente stimolante.

mi piace torino, tornerei a viverci.

"Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie. Aprire questo libro è un po' come entrare in casa nostra. Mia. Vostra." (ibidem)

3 commenti:

max ha detto...

pigli per il culo?....

Anonimo ha detto...

il titolo corretto del libro è: TORINO E' CASA MIA.

max ha detto...

hai ragione, valentina...correggo