la breve favolosa vita di oscar wao - junot diaz
prendi garcia marquez oppure vargas llosa, aggiungi un po' di tolkien, spolveri con dc comics e dungeons&dragons, mescoli tutto con ugly betty e ottieni questo libro di junot diaz, vincitore del premio pulitzer 2008 per la letteratura.
scrittura adrenalinica, melodramma, dialoghi da fumetto, atmosfere da telenovela caraibica, impegno civile anti-dittatoriale, saga familiare; tutto insieme per un romanzo originalissimo, divertente e commovente. si piange di brutto. e si ride di brutto.
la lingua anglo-ispanica da dominicano emigrato negli stati uniti ne fa un libro che, un po' come giochi sacri di vikram chandra, è la rappresentazione di un mondo che si integra e si ghettizza allo stesso tempo.
se in giochi sacri c'era il giallo, l'hard-boiled, bollywood, john woo insieme a un tocco di induismo noir, qui c'è una sorta di fantasy antilliano (come si dice nel libro,"cosa c'è di più fantasy di vivere alle antille?"), un gioco di ruolo con almodovar in versione etero come dungeon master, la rivincita dei nerd in salsa ispanico-caraibica.
junot diaz è un dominicano trapiantato in new jersey come il protagonista. e come il protagonista è cresciuto, come tutti quelli nati nei primi 70, con star trek, marvel e un botto di tolkien.
è un libro particolarissimo, senza fiato, da leggere in una notte. bellissimo. commovente.
scrittura adrenalinica, melodramma, dialoghi da fumetto, atmosfere da telenovela caraibica, impegno civile anti-dittatoriale, saga familiare; tutto insieme per un romanzo originalissimo, divertente e commovente. si piange di brutto. e si ride di brutto.
la lingua anglo-ispanica da dominicano emigrato negli stati uniti ne fa un libro che, un po' come giochi sacri di vikram chandra, è la rappresentazione di un mondo che si integra e si ghettizza allo stesso tempo.
se in giochi sacri c'era il giallo, l'hard-boiled, bollywood, john woo insieme a un tocco di induismo noir, qui c'è una sorta di fantasy antilliano (come si dice nel libro,"cosa c'è di più fantasy di vivere alle antille?"), un gioco di ruolo con almodovar in versione etero come dungeon master, la rivincita dei nerd in salsa ispanico-caraibica.
junot diaz è un dominicano trapiantato in new jersey come il protagonista. e come il protagonista è cresciuto, come tutti quelli nati nei primi 70, con star trek, marvel e un botto di tolkien.
è un libro particolarissimo, senza fiato, da leggere in una notte. bellissimo. commovente.
3 commenti:
ora lo prendo. hai letto nulla della nothomb?
si, ho letto un paio di cose, tipo "l'igiene dell'assassino"...non male, un po' verbosa, molto violenta...non nel senso che c'è sangue e merda, ma nel senso che è violenta filosoficamente...secondo me tromba pochissimo. però scrive bene, anche se troppo: pubblica libri in continuazione...secondo me bisogna conoscerla.
assolutamente leggiti "oscar wao", fichissimo. ti piacerà molto.
dimenticavo: c'è dentro anche un bel po' di david foster wallace, ma soprattutto, mentre lo leggete, ascoltateci insieme alegranza di el guincho!
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