15.7.09

wajdi mouawad

ecco, poi vedi uno spettacolo di wajdi mouawad.

e pensi "ma che faccio io?".

tragedia greca, shakespeare, medioriente, guerra, relazioni famigliari distruttive. ironia nella tragedia, poesia, uso del corpo, della parola, del corpo della parola. musica, silenzio. musica e silenzio. amleto e giocasta. immigrazione e integrazione. precisione e fantasia. parole e movimento. parole in movimento. morte. rapporto con il padre. rapporto con la madre. tradizione. radici. linguaggio. letteratura. regia. attori.

provate a prendere tutta questa roba e a metterla insieme.

e allora, di che stiamo parlando?

che ci frega dell'italia, di questo paese ridicolo. il mondo è altrove.

a montreal, a parigi, in libano.

forse in medioriente, forse negli usa. forse in india, in cina, in brasile. di sicuro non qui.

stiamo parlando di uno dei più grandi autori e registi del momento, che ha inchiodato oltre 3.000 persone per 11 ore al palazzo dei papi ad avignone (dove è artista associato) con la trilogia le sang des promesses - littoral, incendies, forets.

scrive con la qualità letteraria di un premio nobel. fa il regista con una visione unica, è difficile pensare a un artista solo che fa a questo livello entrambe le cose.

farò fatica a levarmi quelle immagini dalla testa. spero di cavalcarle, in qualche modo.

raccontare una storia. renderla universale. con poesia ed emozione.

ecco, wajdi mouawad.

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